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Il terrorismo e... noi!

(3 Ottobre 1980)

Non si contano più le vittime del terrorismo. La frequenza di questi attentati quasi non suscita più stupore in chi ha perso fiducia nelle istituzioni.
La gente sussulta per un attimo, poi dimentica subito e, quando per un paio di settimane gli organi di stampa non diffondono notizie di azioni terroristiche, si chiede se questi criminali abbiano capito che con i mitra, con la P 38 e con le bombe non contribuiscono per niente a trasformare e a migliorare questa sporca società nella quale gozzovigliano un po' tutti.
Ma all'improvviso la strage di Bologna ci ricorda che il terrorismo prospera ancora e continua a mietere vittime innocenti. Tutto così assurdo, così disumano, così terribile, così criminale, così pazzesco! Ottantaquattro innocenti perdono la vita senza un perché. E mentre continuano a sciuparsi inutilmente fiumi di parole attraverso vuoti discorsi, io continuo a chiedermi come mai a pagare non siano quasi mai i veri responsabili della degenerazione di questa società che crea terroristi, criminali e delinquenti. Come è buffa la vita! C'è chi causa degenerazione (governanti e soci) e resta impunito: non paga né col carcere né con lo scorno (ha la faccia tosta!). C'è chi è vittima inconsapevole di questi errori (il popolo) e paga spesso con la vita, con una pena più grave per i peccati commessi. C'è infine chi, essendo vittima di questi errori, si erge a giudice della società, ma invece di punire i colpevoli, si scaglia erroneamente contro innocenti ugualmente vittime delle azioni di questi colpevoli impuniti. Questa è la logica illogica del terrorista.
Spesso mi chiedo come si possa diventare terrorista, quali siano le ragioni che spingono molti giovani di cultura ad entrare in clandestinità per lottare contro lo Stato, spesso dei bravi ragazzi che non hanno mai dato segni particolari di squilibrio o di comportamento innaturale. Le ragioni vanno cercate lontano. La cattiva gestione della cosa pubblica da parte dei governanti, a livello nazionale, regionale e locale, è senza dubbio la causa prima di un malcontento generale, che ha portato ad una confusione totale in ogni istituzione, ad una degenerazione senza precedenti nella storia della nostra Repubblica.
Oggi in Italia tutto è lecito, anche l'illecito. Oserei dire che il lecito è proprio l'illecito. Chi è corretto, onesto, serio. chi rispetta la legge, è considerato un "fesso". Il capace, il furbo, l'eroe è il disonesto, l'avventuriero, il delinquentuccio, il grattapancia, lo sfaticato, il donnaiolo, il pederasta, il magnaccio e compagnia bella. In questa società corrotta e caotica, a rimetterci dignità, onore, rispetto, è il cittadino che fa il proprio dovere, in campo professionale, in famiglia, con gli amici: è anche lo studente che si impegna per raggiungere un titolo di studio con la sufficiente preparazione e serietà e si ritrova poi con un pugno di mosche, disoccupato solo perché i soliti deficienti riescono a comprare un diploma leccando il culo a qualche professore e poi con l' aiuto di qualche onorevole - amico di papà o di zietta - si impiegano togliendo il lavoro a chi ne ha diritto e merito.
Ed allora si verifica una situazione curiosa... all'italiana. Il muratore va in fabbrica (avendo la possibilità economica di riempire di soldini una bustarella per il sindacalista amico!); il perito elettrotecnico lavora nei cantieri organizzati per i disoccupati; il laureato con 110 e lode si arrangia nelle poste; il somarello diventa assistente universitario; l'imbianchino ed il fabbro si trasformano in bidelli; l'idraulico si improvvisa applicato di segreteria ed il pavimentista usciere di tribunale. (Quanti imbroglioni !).
Di pomeriggio tornano alla propria attività (che tra l'altro li distrae di mattina!) e vanno a fregarsi tonde tonde quelle cinquanta o centomila lire per i loro "interventi" straordinari e speciali, per la faccia dei fessi disoccupati! Mentre i veri elettricisti, i veri idraulici, i veri fabbri, i veri artigiani continuano a fare la fame, dovendo sostenere anche una spietata concorrenza sottocosto.
Ed il giovane che ha studiato? Dopo il diploma, per ammazzare il tempo si iscrive all'università e sgobba altri cinque o sei anni, pur sapendo che sarà ugualmente destinato al parcheggio della disoccupazione. Ma da buon italiano, c'è chi approfitta di questa triste realtà. Il politicante, promettendo posti a destra e a manca, prende voti e fa carriera. E l'occupazione promessa? Beh, si vedrà, si farà, tra poco, sa c'è la crisi occupazionale, ma non si preoccupi, e balle del genere che gonfiano !
C'è chi sopporta tutto questo ed altro. C'è chi si inchina a qualche padreterno e con un po' di soldoni per sua eminenza... C'è chi ha gratis il santo in paradiso e allora beh!... C'è il laureato che è costretto a fare lo spazzino (tanto di cappello per i nostri cari spazzini!), essendo sposato con figli, moglie e suoceri a carico! C'è chi non tollera tutto questo e incomincia a pensare alle bombe e alle stragi che avrebbe voglia di compiere. Chi di noi, in verità, non ha almeno una volta pensato (certamente per scherzo o spinto da bile che si accumula) di far saltare il Parlamento con tutti gli Onorevoli riuniti in seduta plenaria a palazzo Chigi o chissà cosa. In quel momento è un potenziale terrorista, anche se per un attimo. C'è però chi resta terrorista per davvero e le bombe va a metterle veramente. Muoiono allora 84 innocenti a Bologna? Tanti altri altrove? Purtroppo! Noi versiamo lacrime, ma gli uomini politici? Capiscono... e lasciano correre. Un telegramma del Presidente della Repubblica, una preghiera di papa Wojtyla, una corona di Berlinguer, un discorso in Piazza del Popolo di un rappresentante dello Stato con l'espressione idiota di chi vuol sembrare commosso per forza, un intervento turbato di Fanfani o Craxi in Parlamento, un'astensione dal lavoro per 4 ore e... l'Italia è salva! Il giorno dopo tutto regolare. I processi si insabbiano, i terroristi sono solo "presunti" ed escono in libertà provvisoria, zitto tu che taccio anch'io, una lavata di mano e... Ponzio Pilato ha la coscienza a posto !
Noi giovani siamo stanchi di tutto questo schifo, abbiamo paura per il nostro domani, non possiamo garantire assolutamente niente ai nostri figli. E non faremo certamente una bella figura il giorno in cui i figli ci rinfacceranno di non aver saputo offrire loro un futuro migliore. Si ritroveranno anch'essi in una società nella quale faranno la fame e, come al solito, i disonesti faranno carriera.

(Pubblicato su "Obiettivo 80", Cicciano - Na)