Bassa Irpinia News
(Felice Siniscalchi)
1) Una delle positive novità dell’ultima festa è stata certamente la presentazione della festa su Rai tre. Il programma è stato molto apprezzato, come migliorarlo o già va bene cosi?
Molte volte nelle assemblee pubbliche ho sottolineato che la Festa del Maio di Baiano non deve rimanere nei confini troppo limitati del nostro territorio, ma bisogna attivarsi affinché abbia una risonanza nazionale per attirare visitatori, in virtù della sua unicità! Coerentemente con questo mio pensiero ho creato il sito monografico (molto visitato anche all’estero) www.ilmaiodibaiano.altervista.org, proprio per far conoscere la festa oltre regione. Pertanto, come posso non apprezzare il video trasmesso da Rai tre? A prescindere!
Naturalmente ogni cosa è perfettibile! I tempi del video sono stati divisi tra la festa del Maio e la presentazione di Baiano, del suo centro storico, delle chiese, dell’Eremo, dei portali, del Carnevale, dei prodotti locali, della cucina. Troppo pochi 12 minuti per tanto materiale.Tutto sommato, però, il giornalista Rino Genovese ha fatto una super-sintesi eccezionale che offre un quadro completo della festa, anche se manca purtroppo lo scioglimento delle funi. Mi è piaciuta di meno la presentazione dei prodotti tipici di Baiano, per alcuni errori ascoltati e qualche inutile forzatura.
2) La rigida applicazione della legge sul divieto di sparare e dal severo controllo dei carabinieri potrebbe far perdere quel fascino che la festa ha?
Per quanto io sia un infaticabile difensore della legalità (“Dura lex, sed lex” dicevano gli antichi romani!), tuttavia sono convinto che il divieto di sparare toglie alla festa un qualcosa di caratterizzante che fa parte della tradizione. Hanno sparato i nostri nonni! Hanno sparato i nostri genitori! Abbiamo sparato noi! Hanno sparato tutti fino ad un paio di anni fa! Purtroppo nel corso degli anni ci sono stati gli eccessi, che hanno avuto come unico risultato quello di minare alla base quel substrato “sonoro” che ha sempre dato un tocco magico al paese per l’intero mese di dicembre. Sarebbe bello trovare una soluzione per reintrodurre lo sparo dei tracchi, non in modo incondizionato, ma consentendolo solo ai maggiorenni, alle persone autorizzate dal Prefetto e munite di specifiche licenze di polizia, denunciandone il possesso e la quantità all’Autorità di Pubblica Sicurezza.
Nella storia della festa il rapporto con i carabinieri non è stato quasi mai idilliaco, anche perché in nome della tradizione spesso si è andati oltre i limiti del buon senso, costringendo le forze dell’ordine ad intervenire per calmare quei pochi scalmanati che in una festa popolare trovano sempre terreno fertile per dare sfogo alla convinzione sbagliata che si può fare tutto. Negli ultimi tempi c’è stata una attenzione ed un controllo discreto che ha consentito di sparare nei limiti della sicurezza personale e del pubblico. Invece nelle ultime due tre edizioni della festa c’è stata secondo me una inspiegabile severità da parte delle forze dell’ordine che hanno utilizzato anche telecamere per riprendere le fasi della festa ed intervenire così successivamente per “punire” eventuali abusi. Una severità che io non mi aspettavo in considerazione del clima di festa che si respira durante il Natale Baianese e delle prove di grande civiltà e correttezza dimostrate da sempre dalla quasi totalità di attori e spettatori che non hanno mai avuto bisogno della presenza dei carabibieri per garantire la sicurezza di ogni momento della festa! Per colpa di qualcuno non si può punire la storia di un paese! Altrimenti in nessun luogo si può autorizzare una festa popolare!
3) Le mancate autorizzazioni a sparare le “carabine” hanno disorientato e amareggiato molti appassionati. Qualcuno ritiene che si poteva essere più larghi nelle concessioni. Qual è il suo pensiero?
Hanno disorientato e amareggiato sia gli “attori” che gli spettatori, anche nel modo come è stato gestito il tutto. Il problema non è tanto la “larghezza” delle concessioni da parte delle autorità, ma la mancanza di comunicazione chiara tra le parti, cosa che ha creato confusione quest’anno al punto tale che molti sono stati costretti a scappare e a nascondere le carabine, allorquando i Carabinieri ne hanno sequestrato due. Non si era mai verificato una cosa del genere nella lunga tradizione della festa!
Lo sparo delle carabine indubbiamente va rivisto e disciplinato, seguendo un protocollo chiaro sottoscritto dal Sindaco e dai Presidenti delle Associazioni, nel rispetto naturalmente della normativa che ne disciplina l’uso. Gli aventi diritto dovranno seguire le direttive impartite (pena l’allontanamento immediato dal corteo per “disciplina interna” e non per l’intervento delle forze dell’ordine che costituisce sempre una sconfitta!), la quantità e la qualità degli spari, il peso delle cariche e i luoghi prestabiliti, evitando soprattutto che le “esplosioni” siano senza soluzione di continuità da via Calabricita alla chiesa di Santo Stefano. Pure perché l’eccessivo numero di cariche non è un arricchimento, ma costituisce unicamente uno squilibrio dei tempi delle varie fasi del corteo. Lo sparo della carabina, pur nella considerazione della performance individuale, va vissuto non come esibizione personale ma come fatto collettivo, come spettacolo di gruppo che si offre alla gente.
Nella mia commedia “Aspettann’ ‘o Bambino” nella terza scena del secondo atto io, appassionato degli spari, ho scritto per due personaggi «Noi preghiamo con le carabine. Ogni botto di un baianese è un pensiero a nostro Signore e a S. Stefano!» e ancora «Se tutti sparassero la carabina con la stessa vostra fede, veramente S. Stefano raccomanderebbe i baianesi al Signore per ogni loro desiderio!»
4) Qual è la festa del Maio ideale per il prof. Montella
Il Natale baianese comincia il 13 dicembre con le “messe ‘e notte”. Da quel giorno sarebbe bello organizzare dei “mercatini di Natale” nel centro storico, chiedendo agli abitanti del quartiere di mettere a disposizione i loro locali fino al 6 gennaio.
Abbinati ai “Mercatini di Natale” sarebbe opportuno organizzare mostre di arti varie che abbiano per tema il Natale, le feste popolari, il culto dell’albero, coinvolgendo le scuole del territorio, e arricchire ulteriormente il programma del cosiddetto “Giovane maio” (novità degli ultimi tempi!) per arricchire l’offerta complessiva da porgere ai visitarori.
Per tutto il mese di Dicembre esporre degli stendardi coi simboli del Maio ai balconi delle abitazioni per tutto il paese, in segno di festa, e addobbare il corso con gigantografie che illustrino i momenti salienti della nostra tradizione natalizia.
Dal 13 dicembre fino alla sera del 25 mi piacerebbe riascoltare uno dei simboli della tradizione, lo sparo dei tracchi, naturalmente preparati da professionisti dei fuochi pirotecnici con la giusta dose di potenza uguale per tutti e secondo quanto ho detto nella risposta precedente.
Sarebbe interessante e innovativo far vivere la giornata di Natale dall’alba al tramonto in modo ininterrotto senza tornare a casa, evitando così di calibrare i tempi della festa per farli coincidere con l’ora del pranzo. Viverlo tutti insieme partendo dalla chiesa con la benedizione degli attezzi e dei festanti, passando per il bosco di Arciano e ritornando al paese e di nuovo alla chiesa per il focarone e per un rush finale in un continuum di allegria, di partecipazione, di azioni condivise in nome della pace e con lo spirito della fratellanza! E’ difficile da realizzare per tutta una serie di motivi che non è facile sintetizzare in questa breve intervista. Sono consapevole, però, che limiterebbe la partecipazione di parte della popolazione che non reggerebbe ad un tale ritmo senza soluzione di continuità!
Ma se si vuole dare spazio a novità per colmare i vuoti del pomeriggio, allora è opportuno lasciarla così come è sempre stata, divisa in due momenti dalla pausa pranzo, anche al fine di recuperare energie e per consentire i “cambi di scena”.
Dopo pranzo organizzare il giro per le strade del paese, per raccogliere i sarcinielli o qualsiasi altro materiale coinvolgendo un numero maggiore di famiglie coi bambini, con tanta musica, con gli strumenti della tradizione, con la presenza di zampognari e col sottofondo scoppiettante dei tracchi. Sarebbe pure bello e innovativo accendere tanti bengala sui balconi al passaggio del corteo.
Dopo l’accensione del focarone, fare esibire davanti alla chiesa gruppi di musica popolare provenienti da altri paesi, come contributo alla festa. In chiusura di serata fuochi pirotecnici a volontà dal tetto della chiesa.
Concentrerei i due concerti di Natale, o un altro evento culturale importante da “inventare”, nelle chiese di Santa Croce e di Santo Stefano o nel nuovo Cinema Colosseo nelle serate del 26 e 27 dicembre, in modo da offrire un pacchetto unico a potenziali turisti a partire dalla Processione del Bambino, arricchendo la proposta con visite guidate oer la conoscenza dell’intero baianese. Naturalmente individuando locali per il pernottamento e per la ristorazione, facendo degustare la varietà dei prodotti tipici del nostro territorio.
Cose facili da realizzare perché ci sono le premesse e le energie per affrontare questa sfida e rilanciare la festa del Maio di Santo Stefano, per offrirla ancora più bella a chi verrà dopo di noi!
Infine, mi piace ricordare ai miei concittadini che è solo una invenzione degli ultimi decenni considerare i ruoli dei protagonisti della festa come inamovibili e tramandati da padre in figlio, perché storicamente non è mai stato così e ciò, inoltre, farebbe diventare una millenaria festa popolare appannaggio di poche persone o di poche famiglie. Bisognerebbe avere il coraggio di fare un passo indietro nella storia e ritornare alla turnazione dei ruoli come è stato negli annali della festa, individuando risorse ed energie nuove anno dopo anno, secondo criteri da adottare nello spirito dell’innovazione.
(23 Febbraio 2016)
Felice Siniscalchi, Bassa Irpinia News
1) Una delle positive novità dell’ultima festa è stata certamente la presentazione della festa su Rai tre. Il programma è stato molto apprezzato, come migliorarlo o già va bene cosi?
Molte volte nelle assemblee pubbliche ho sottolineato che la Festa del Maio di Baiano non deve rimanere nei confini troppo limitati del nostro territorio, ma bisogna attivarsi affinché abbia una risonanza nazionale per attirare visitatori, in virtù della sua unicità! Coerentemente con questo mio pensiero ho creato il sito monografico (molto visitato anche all’estero) www.ilmaiodibaiano.altervista.org, proprio per far conoscere la festa oltre regione. Pertanto, come posso non aprrezzare il video trasmesso da Rai tre? A prescindere!
Naturalmente ogni cosa è perfettibile! I tempi del video sono stati divisi tra la festa del Maio e la presentazione di Baiano, del suo centro storico, delle chiese, dell’Eremo, dei portali, del Carnevale, dei prodotti locali, della cucina. Troppo pochi 12 minuti per tanto materiale.Tutto sommato, però, il giornalista Rino Genovese ha fatto una super-sintesi eccezionale che offre un quadro completo della festa, anche se manca purtroppo lo scioglimento delle funi. Mi è piaciuta di meno la presentazione dei prodotti tipici di Baiano, per alcuni errori ascoltati e qualche inutile forzatura.
2) La rigida applicazione della legge sul divieto di sparare e dal severo controllo dei carabinieri potrebbe far perdere quel fascino che la festa ha?
Per quanto io sia un infaticabile difensore della legalità (“Dura lex, sed lex” dicevano gli antichi romani!), tuttavia sono convinto che il divieto di sparare toglie alla festa un qualcosa di caratterizzante che fa parte della tradizione. Hanno sparato i nostri nonni! Hanno sparato i nostri genitori! Abbiamo sparato noi! Hanno sparato tutti fino ad un paio di anni fa! Purtroppo nel corso degli anni ci sono stati gli eccessi, che hanno avuto come unico risultato quello di minare alla base quel substrato “sonoro” che ha sempre dato un tocco magico al paese per l’intero mese di dicembre. Sarebbe bello trovare una soluzione per reintrodurre lo sparo dei tracchi, non in modo incondizionato, ma consentendolo solo ai maggiorenni, alle persone autorizzate dal Prefetto e munite di specifiche licenze di polizia, denunciandone il possesso e la quantità all’Autorità di Pubblica Sicurezza.
Nella storia della festa il rapporto con i carabinieri non è stato quasi mai idilliaco, anche perché in nome della tradizione spesso si è andati oltre i limiti del buon senso, costringendo le forze dell’ordine ad intervenire per calmare quei pochi scalmanati che in una festa popolare trovano sempre terreno fertile per dare sfogo alla convinzione sbagliata che si può fare tutto. Negli ultimi tempi c’è stata una attenzione ed un controllo discreto che ha consentito di sparare nei limiti della sicurezza personale e del pubblico. Invece nelle ultime due tre edizioni della festa c’è stata secondo me una inspiegabile severità da parte delle forze dell’ordine che hanno utilizzato anche telecamere per riprendere le fasi della festa ed intervenire così successivamente per “punire” eventuali abusi. Una severità che io non mi aspettavo in considerazione del clima di festa che si respira durante il Natale Baianese e delle prove di grande civiltà e correttezza dimostrate da sempre dalla quasi totalità di attori e spettatori che non hanno mai avuto bisogno della presenza dei carabibieri per garantire la sicurezza di ogni momento della festa! Per colpa di qualcuno non si può punire la storia di un paese! Altrimenti in nessun luogo si può autorizzare una festa popolare!
3) Le mancate autorizzazioni a sparare le “carabine” hanno disorientato e amareggiato molti appassionati. Qualcuno ritiene che si poteva essere più larghi nelle concessioni. Qual è il suo pensiero?
Hanno disorientato e amareggiato sia gli “attori” che gli spettatori, anche nel modo come è stato gestito il tutto. Il problema non è tanto la “larghezza” delle concessioni da parte delle autorità, ma la mancanza di comunicazione chiara tra le parti, cosa che ha creato confusione quest’anno al punto tale che molti sono stati costretti a scappare e a nascondere le carabine, allorquando i Carabinieri ne hanno sequestrato due. Non si era mai verificato una cosa del genere nella lunga tradizione della festa!
Lo sparo delle carabine indubbiamente va rivisto e disciplinato, seguendo un protocollo chiaro sottoscritto dal Sindaco e dai Presidenti delle Associazioni, nel rispetto naturalmente della normativa che ne disciplina l’uso. Gli aventi diritto dovranno seguire le direttive impartite (pena l’allontanamento immediato dal corteo per “disciplina interna” e non per l’intervento delle forze dell’ordine che costituisce sempre una sconfitta!), la quantità e la qualità degli spari, il peso delle cariche e i luoghi prestabiliti, evitando soprattutto che le “esplosioni” siano senza soluzione di continuità da via Calabricita alla chiesa di Santo Stefano. Pure perché l’eccessivo numero di cariche non è un arricchimento, ma costituisce unicamente uno squilibrio dei tempi delle varie fasi del corteo. Lo sparo della carabina, pur nella considerazione della performance individuale, va vissuto non come esibizione personale ma come fatto collettivo, come spettacolo di gruppo che si offre alla gente.
Nella mia commedia “Aspettann’ ‘o Bambino” nella terza scena del secondo atto io, appassionato degli spari, ho scritto per due personaggi «Noi preghiamo con le carabine. Ogni botto di un baianese è un pensiero a nostro Signore e a S. Stefano!» e ancora «Se tutti sparassero la carabina con la stessa vostra fede, veramente S. Stefano raccomanderebbe i baianesi al Signore per ogni loro desiderio!»
4) Qual è la festa del Maio ideale per il prof. Montella
Il Natale baianese comincia il 13 dicembre con le “messe ‘e notte”. Da quel giorno sarebbe bello organizzare dei “mercatini di Natale” nel centro storico, chiedendo agli abitanti del quartiere di mettere a disposizione i loro locali fino al 6 gennaio.
Abbinati ai “Mercatini di Natale” sarebbe opportuno organizzare mostre di arti varie che abbiano per tema il Natale, le feste popolari, il culto dell’albero, coinvolgendo le scuole del territorio, e arricchire ulteriormente il programma del cosiddetto “Giovane maio” (novità degli ultimi tempi!) per arricchire l’offerta complessiva da porgere ai visitarori.
Per tutto il mese di Dicembre esporre degli stendardi coi simboli del Maio ai balconi delle abitazioni per tutto il paese, in segno di festa, e addobbare il corso con gigantografie che illustrino i momenti salienti della nostra tradizione natalizia.
Dal 13 dicembre fino alla sera del 25 mi piacerebbe riascoltare uno dei simboli della tradizione, lo sparo dei tracchi, naturalmente preparati da professionisti dei fuochi pirotecnici con la giusta dose di potenza uguale per tutti e secondo quanto ho detto nella risposta precedente.
Sarebbe interessante e innovativo far vivere la giornata di Natale dall’alba al tramonto in modo ininterrotto senza tornare a casa, evitando così di calibrare i tempi della festa per farli coincidere con l’ora del pranzo. Viverlo tutti insieme partendo dalla chiesa con la benedizione degli attezzi e dei festanti, passando per il bosco di Arciano e ritornando al paese e di nuovo alla chiesa per il focarone e per un rush finale in un continuum di allegria, di partecipazione, di azioni condivise in nome della pace e con lo spirito della fratellanza! E’ difficile da realizzare per tutta una serie di motivi che non è facile sintetizzare in questa breve intervista. Sono consapevole, però, che limiterebbe la partecipazione di parte della popolazione che non reggerebbe ad un tale ritmo senza soluzione di continuità!
Ma se si vuole dare spazio a novità per colmare i vuoti del pomeriggio, allora è opportuno lasciarla così come è sempre stata, divisa in due momenti dalla pausa pranzo, anche al fine di recuperare energie e per consentire i “cambi di scena”.
Dopo pranzo organizzare il giro per le strade del paese, per raccogliere i sarcinielli o qualsiasi altro materiale coinvolgendo un numero maggiore di famiglie coi bambini, con tanta musica, con gli strumenti della tradizione, con la presenza di zampognari e col sottofondo scoppiettante dei tracchi. Sarebbe pure bello e innovativo accendere tanti bengala sui balconi al passaggio del corteo.
Dopo l’accensione del focarone, fare esibire davanti alla chiesa gruppi di musica popolare provenienti da altri paesi, come contributo alla festa. In chiusura di serata fuochi pirotecnici a volontà dal tetto della chiesa.
Concentrerei i due concerti di Natale, o un altro evento culturale importante da “inventare”, nelle chiese di Santa Croce e di Santo Stefano o nel nuovo Cinema Colosseo nelle serate del 26 e 27 dicembre, in modo da offrire un pacchetto unico a potenziali turisti a partire dalla Processione del Bambino, arricchendo la proposta con visite guidate oer la conoscenza dell’intero baianese. Naturalmente individuando locali per il pernottamento e per la ristorazione, facendo degustare la varietà dei prodotti tipici del nostro territorio.
Cose facili da realizzare perché ci sono le premesse e le energie per affrontare questa sfida e rilanciare la festa del Maio di Santo Stefano, per offrirla ancora più bella a chi verrà dopo di noi!
Infine, mi piace ricordare ai miei concittadini che è solo una invenzione degli ultimi decenni considerare i ruoli dei protagonisti della festa come inamovibili e tramandati da padre in figlio, perché storicamente non è mai stato così e ciò, inoltre, farebbe diventare una millenaria festa popolare appannaggio di poche persone o di poche famiglie. Bisognerebbe avere il coraggio di fare un passo inidetro nella storia e ritornare alla turnazione dei ruoli come è stato negli annali della festa, individuando risorse ed energie nuove anno dopo anno, secondo criteri da adottare nello spirito dell’innovazione.