Seconda lettera a un tal Tanquillo
(di professione "Anonimo")
(Agosto 2006)
Caro Tranquillo, aspettavo la tua risposta! Al primo tuo messaggio, un po’ cattivo, indelicato, io ti ho risposto come meritavi. Al secondo, più intelligente, più accorto, io rispondo con piacere, perché il confronto delle opinioni fa crescere le persone. Ciononostante, come è mia abitudine, io farò le mie considerazioni senza peli sulla lingua!
1)Torno sul concetto che ho già espresso sul tuo stato di “anonimo”. Tu dici che a te non interessa essere riconosciuto perché un nome non determina le idee. Giustissimo! Però la tua è una situazione di comodo in questa disfida, e di vantaggio! Tu che mi conosci bene (come si evince chiaramente dalle tue parole!), che conosci le mie esperienze culturali, politiche, sociali e familiari, hai il vantaggio di poter formulare sentenze e giudizi (dal tuo punto di vista!) avendo tra le mani elementi concreti che puoi usare come ti fa più comodo come arma per confutare le mie idee, per sottolineare contraddizioni nei miei comportamenti. Se avessi la stessa tua opportunità, se sapessi con chi sto dialogando, anche io potrei “colpirti” ricorrendo alla conoscenza delle tue azioni. Pertanto il confronto e lo scontro tra noi è impari e a tuo favore e, per questo, sei sleale… come tutti quelli che si nascondono dietro l’anonimato!
2) Quando ho letto che io ho una “personalità frustata”, ho capito che individuo sei! La frustrazione è uno stato psichico di profonda delusione e senso di impotenza, causato dalla incapacità di fronteggiare le situazioni. Io sono una persona intraprendente dalla forte personalità, che non si abbatte di fronte alle disavventure della vita! Ti assicuro che so combattere e fronteggiare le situazioni (e vinco quasi sempre!!!), quando lo scontro è leale, perché dentro di me forti sono i valori positivi e immense le energie. Quando la competizione è basata sulla slealtà, sulla scorrettezza, sulle azioni “traffichine” , sull’uso delle raccomandazioni e degli aiuti da parte di altri “traffichini” sleali, scorretti e portatori di valori negativi per la comunità, allora c’è delusione e impotenza e allora frustrazione!
3) Veniamo ora alla parte più interessante del tuo messaggio. Tu scrivi che io ho sostenuto una idealità politica e culturale di questo sistema fatto di raccomandazioni e che annichilisce la meritocrazia, che mi ha reso vittima delle decisioni imposte dalla sovrastruttura che io ho sostenuto, eccetera eccetera.
Se tu sei uno della mia generazione (Evviva evviva l’anonimato!), devo dire che sei stato poco attento alla mia esperienza culturale e politica. Se appartieni ad una generazione successiva (Evviva evviva l’anonimato!), hai commesso l’ingenuità di dire cose di me senza la giusta conoscenza dei fatti. Chiunque tu sia (Evviva evviva l’anonimato!), devi ricordare o sapere o informarti che io, da SEGRETARIO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA di Baiano, negli anni in cui erano potentissimi De Mita, Mancino, Bianco e Gargani, io, dall’interno del partito, dai palchi durante le campagne elettorali, sui giornali locali, nei dibattiti pubblici, negli studi di TeleBaiano, nelle mie vignette pubblicate sui periodici della Bassa Irpinia, nelle mie opere, nei miei testi teatrali, io ho sempre avuto una mia linea chiara e coerente contro il sistema delle raccomandazioni per sostenere la meritocrazia e, soprattutto, non ho mai accettato (nemmeno passivamente!) le decisioni imposte dalla sovrastruttura e dai potentissimi capi, che pur mi potevano tornare utili per eventuali mie necessità, se ne avessi avuto bisogno. Ed ho pagato politicamente sulla mia pelle la mia posizione forte ed audace, senza mai abbassare la testa. Ti ricordo le parole che continuamente mi ripeteva l'amico Pietro Foglia, già sindaco di Baiano: “Caro Montella, tu vuoi fare il poeta! La politica invece è pragmatismo!” Altro che distruggere l’idealità quando faceva comodo!
4) Caro Tranquillo, pur di colpirmi, scrivi che io aizzo il mio lamento contro una mia creatura. Tu hai scomodato perfino Marx! Io dovrei scomodare tanti uomini politici italiani della democrazia cristiana che hanno fatto la storia d’Italia del secondo dopoguerra per dimostrare che il sistema in questione non l’ho creato io? Non è una mia creatura! Mi attribuisci un potere che non ho mai avuto! Io sono stato semplicemente – figlio di contadini - il segretario di una sezione della D.C. che ha abbandonato i compagni di viaggio quando ha capito che non c’era spazio per chi, come lui, non accettava le decisioni imposte dai capi di Avellino; per chi sognava un mondo migliore basato sulla meritocrazia e sulla forza delle idee che vengono dalla base, dal popolo. Abbandonai il partito, dopo una ventennale esperienza, e qualche brevissima esperienza per trovare una nuova collocazione (mai trovata!), quando troppo evidente fu la constatazione che politicamente vali solo se accetti LO SCAMBIO. Io do una cosa a te, tu dai una cosa a me!
5) Caro Tranquillo, se ho capito tu chi sei, da bravo professore ti dico: “DE TE FABULA NARRATUR…” Non lo scordare mai!!!
A presto. Carmine, uomo che – malgrato te! - non conosce… l’infelicità!