Guarirà; ma preghiamo!
Il Signor Giuseppe Iervolino, ricco negoziante di Palma Campania, tra gli altri suoi figliuoletti tiene molto caro il primogenito a nome Salvatore. E' questi un vero amore di bimbo, da gli occhioni belli ed espressivi, dotato di una intelligenza straordinaria.
Nel Luglio 1908 quest'angioletto si trovava in casa della sua buona Nonna materna, qui in Baiano, la Signora Antonietta Masucci, nata Napoletano. E mentre il bimbo era florido di salute e tanto contento della compagnia della cara nonna e delle giovani sue zie, si ammalò in modo da avvicinarsi in un baleno sull'orlo della tomba!...
Descrivere qui lo strazio e la disperazione di quella famiglia e della vecchia Signora è impossibile! Tanto dolore però veniva mitigato dalla forte speranza che tutti in casa Masucci riponevano nel patrocinio del prodigioso nostro Santo. A questi si rivolsero con fede e: "Non lo permettere, non lo permettere - si gridava ad ogni istante innanzi ad una immagine Sua -; noi non la potremo sopportare questa disgrazia!"
Il piccolo Salvatore per le zie specialmente è un vero tesoro. Ma il ragazzo affetto contemporaneamente da morbillo e da bronco-polmonite era già moribondo. Lo stesso medico, dinanzi a quel volto cadaverico, a quel corpicino già freddo, si era limitato a fare una scrollata di spalle!
Il nostro Direttore Sac. Andrea M. Ferrara fu chiamato di urgenza. Tutti si fecero attorno e, quasi a lui fosse noto ciò che il Signore doveva di lì a poco operare di prodigioso, per intercessione del Santo, in quel piccolo morente, si desiderò sapere ciò che ne pensava. Il pio sacerdote lì per lì di fronte ad un caso così disperato, rimase confuso; ma subito sentendo nel suo cuore come una voce che gli diceva: "no, no. S. Stefano lo farà guarire!", gridò con voce forte e con quella fede nel Protomartire che tanto lo distingue: "Guarirà ma... preghiamo!"
E tutti si prostrarono e unendo alla prece le lacrime! Al collo del piccolo martire venne sospesa una reliquia del Santo....
Oh prodigio! Oh portento veramente degno del Primo Martire di Cristo! Quel volto bianco come la cera si ricoprì di novello rossore: il tenero corpo si scosse sotto un soffio di nuova vita... e fra la meraviglia e le benedizioni di tutti gli astanti al Santo dei miracoli, il caro Salvatore aprì gli occhi e sorrise!
Il Sacerdote allora commosso anche lui e tremante per la gioia provata al cospetto del prodigio chiaro, evidente, innegabile, gli disse: Salvatore, hai visto? S. Stefano t'ha guarito!
Il piccino sgranò gli occhioni belli e li fìssò su, in alto, quasi mirasse qualche cosa al di fuori di quanto lo circondava...; poi sorrise di nuovo. Era salvo!!!
(da "Il Primo Martire", Anno II, n° 1, Gennaio-Febbraio 1910)