(Baiano, 5 marzo 1950 * 11 dicembre 2018)
Pietro Foglia nacque a Baiano il 5 marzo 1950 da Emanuele e Amalia Candela. Dopo la cessazione di un precedente matrimonio, sposato con Lucia Lieto il 30 settembre 1990, padre di due figlie: Antonia ed Amalia.
Si laureò in Ingegneria Meccanica presso l'Università degli Studi di Napoli il 30 luglio 1974 con 110 e lode.
Nel biennio 1978/1979 frequentò il master di Business and Administration presso la Washington University Seattle di Washington, negli Stati Uniti d'America e, nello stesso periodo, perfezionò lo studio della lingua inglese presso l'Everett Comunity College di Evertt-Wash e presso il Lynnwood Comunity CoIlege di Lynnwood di Wash.
Docente e ricercatore presso la Cattedra di Impianti Tecnologici dell'Università di Napoli dal 1975 al 1976 in qualità di vincitore del concorso bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione, fu membro della direzione tecnica della società Aeritalia S.p.A. dal 1976 al 1980.
Nel 1978 collaborò alla progettazione del velivolo “767” presso la Boeing Commercial Airplane Company di Seattle.
Nel 1980 vinse il concorso presso la “Cassa per il Mezzogiorno” e si occupò del Progetto Speciale “Ricerca Scientifica Applicata” e dei lavori relativi al Progetto Speciale “Disinquinamento del Golfo di Napoli”.
Dal 1984 al 1992 fu responsabile dell'Ufficio di Avellino della Cassa per il Mezzogiorno e curò la programmazione degli interventi connessi al reinsediamento delle popolazioni terremotate, fornendo ai comuni della provincia di Avellino assistenza per gli interventi di ricostruzione pubblica e privata (L. 219/81).
Dal 1993 al 1995 fu responsabile dell’Ufficio di Avellino del Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato - Direzione Generale Produzione Industriale - e in tale qualità coordinò, tra l’altro, la realizzazione di opere infrastrutturali di notevole importanza, tra cui :
- strada a scorrimento veloce Contursi-Lioni
- strada di collegamento Ofantina-San Mango sul Calore
- strada di collegamento Ofantina-Calitri
- strada di collegamento Ofantina-Sant’Angelo dei Lombardi
- nuclei industriali dell'Alta Irpinia.
Dal 27 giugno del 1991 al 14 novembre del 1994 fu componente del Comitato Tecnico Scientifico istituito per l’emergenza idrica in Campania; mentre dal 1994 al 2009 ricoprì la carica di Vice Presidente del CEINGE (Consorzio per la ricerca sulle Biotecnologie).
Negli anni 1999 e 2000 rivestì la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Speciale Igiene Urbana (ex azienda Municipalizzata AMIU) di Taranto.
Dal 2001 e fino al mese di maggio del 2011 rivestì la carica di Presidente del Consorzio delle Aree di Sviluppo Industriale della Provincia di Avellino, ottenendo numerosi e importanti riconoscimenti. Fu, inoltre, Presidente della Società Baronia s.p.a., struttura che ha curato 4 patti territoriali nella Provincia di Avellino; componente del Consiglio di Amministrazione della società Sviluppo Italia Campania; vice Presidente della FICEI (Federazione Italiana Consorzi ed Enti Industriali).
La Politica
La sua attività politica iniziò da giovanissimo. Dal 1980 al 1992, Pietro Foglia fu Consigliere del Comune di Baiano e, dal 1985 al 1987, ricoprì la carica di Sindaco dello stesso comune. Negli anni '90 ricoprì la carica di Assessore alla Comunità Montana Vallo Lauro-Baianese.
Nel 2010 fu eletto Consigliere della Regione Campania nelle file dell'Udc, dove ricoprì fino al dicembre 2011 la carica di Vice Presidente della Commissione “Bilancio e Finanze”.
Nel dicembre 2011 fu eletto Presidente della Commissione permanente “Agricoltura, Caccia e Pesca. Fondi comunitari per lo sviluppo” e fu componente delle Commissioni “Affari istituzionali”, “Bilancio e Finanze”, “Urbanistica, Lavori Pubblici e Trasporti”.
Fu componente, inoltre, del Comitato per la programmazione finanziaria ed il controllo di gestione in materia forestale (art. 35 L.R. n. 1/2012).
Nel mese di novembre 2013 aderì al Nuovo Centrodestra.
La sua attività nel parlamentino campano fu caratterizzata anche dalla redazione dei seguenti Progetti di Legge convertiti poi dal Consiglio Regionale in Leggi:
“Riconoscimento della dieta mediterranea” ( L.R. n.6/2012);
“Integrazione alla L.R. n.16/1998 (Assetto dei Consorzi per le aree di sviluppo industriale) ecc.” (LR. n.17/2012);
“Legge Regionale per il sostegno e la promozione della castanicoltura” (L.R. n.13/2012);
“Norme perla protezione della fauna selvatica e disciplina dell'attività venatoria” (L.R. n.26/2012);
“Disciplina per la promozione, il sostegno e lo sviluppo della cooperazione in Campania” ( L.R. n.37/2012);
Fu, inoltre, il redattore dei seguenti disegni di legge :
“Riforma delle Comunità in unioni montane dei Comuni, riordino ordinamentale, territoriale e funzionale” R.G. n. 280;
“Assetto dei Consorzi per le aree di Sviluppo Industriale” R.G. n. 386;
“Norme per l'esercizio della pesca. La tutela, la protezione e l'incremento della fauna ittica in tutte le acque interne della Regione Campania” R.G. n. 67/2010.
Dal mese di Giugno 2014 e fino al termine del mandato fu il Presidente del Consiglio della Regione Campania.
Fu il responsabile regionale del Dipartimento Agricoltura di Forza Italia in Campania.
Alle elezioni politiche 2018, Candidato alla Camera dei Deputati nel Collegio uninominale di Avellino Bassa-Irpinia e Ariano alta-Irpinia nella coalizione di Centrodestra, come rappresentante di Forza Italia, non fu eletto, pur riscuotendo un importante consenso.
Pietro Foglia, uomo politico venuto dal “basso” al servizio delle Istituzioni e dei territori.
di Gianni Amodeo
(pubblicato il 14/12/2018 da “bassairpinia.it”)
Un uomo politico venuto dal “basso”, Pietro Foglia, del tutto diverso dai “politici di carriera”, senza arte né parte, che sono, però, abili nel galleggiare, anche con trasformismi vili ed inverecondi, sugli “spazi” di potere pubblico con annesse cospicue indennità. Ed aveva quale riferimento solare un back–ground di formazione culturale ben significativo di competenze nella capacità metodica e di dedizione verso gli obiettivi prefigurati e le scelte di vita personale. Un più che rispettabile back–ground, in cui si collocano la Laurea in Ingegneria meccanica, conseguita nell’Università degli Studi di Napoli, e l’acquisizione con ampio merito del Master in Businees and Admistration nella Washington University Seattle di Washington. Un’esperienza fondamentale, quella maturata negli States, che si coniugava con l’esercizio della docenza e della ricerca scientifica per la Cattedra di impianti tecnologici nella Facoltà d’Ingegneria nell’Ateneo federiciano, con l’ingresso nella direzione tecnica dell’Aeritalia.
Di qui, il passaggio alla Cassa per il Mezzogiorno, avendo superato lo specifico concorso nazionale, assumendo la direzione dell’Ufficio di Avellino della CasMez. E proprio stando ai “vertici” dell’Ente d’intervento straordinario dello Stato nel Sud, Foglia ha maturato esperienze lavorative importanti, per un profilo di manager pubblico di sicura ed affidabile preparazione. Una dimensione professionale che gli ha permesso di curare la programmazione degli interventi connessi con il re-insediamento abitativo delle popolazioni dell’Irpinia devastata dal terremoto del novembre del 1980 e del febbraio del 1981.
In parallelo con l’itinerario professionale in Enti e pubbliche istituzioni, è la politica a costituire per Pietro Foglia un’autentica e forte passione d’impegno civile, riconoscendosi nella Democrazia cristiana e, sostanzialmente, nel moderatismo centrista che esprimeva. Negli anni ’80 e ‘90 sarà tra le personalità politiche della provincia di Avellino maggiormente influenti dell’entourage di Ciriaco De Mita, presidente del Consiglio e segretario nazionale della Dc, rappresentandone l’ascendenza della “Sinistra di base”, fondata da Fiorentino Sullo, altro irpino di alto profilo culturale e di assoluta rilevanza nel cattolicesimo democratico. Una vicinanza e frequentazione politica assidua, quella con il leader della Dc, attuale sindaco di Nusco, che Foglia aveva, per dir così, rimosso gradualmente, soprattutto con l’approdo nel Consiglio regionale della Campania, eletto nelle liste dell’Udc. Una separazione per la quale Foglia ribadiva di fatto l’adesione a quel moderatismo centrista da cui non s’era mai distaccato e che ha reso la Dc il solido architrave della formazione dell’ordinamento repubblicano e della democrazia parlamentare in Italia; moderatismo, inteso come metodo d’azione politica, fatto di capacità di ascolto, ma anche e soprattutto della volontà e del saper dare risposte concrete alle istanze e ai bisogni sociali. Nell’assemblea del Centro direzionale di Napoli arrivò circa dieci anni fa sulla scia dell’esperienza di Consigliere comunale, prima, e di Sindaco, poi, di Baiano, negli iniziali anni ‘80. Un’importante gavetta per la conoscenza diretta della macchina amministrativa di un Ente locale, quale viatico per esercitare le funzioni di Consigliere regionale e presidente di varie commissioni permanenti, che definiscono gli indirizzi dell’attività legislativa del Consiglio regionale. E nella partecipazione ai lavori consiliari come Presidente di commissione, Pietro Foglia si è costantemente segnalato per l’efficace concisione e chiarezza dei suoi interventi, distinguendo nelle proposte di legge, il merito politico e la configurazione normativa. Erano interventi ben curati e studiati, un modello. E ne sono tanti da poter additare.
Di certo, degna di rilievo è la relazione che l’on. Pietro Foglia presentò nel 2012 a sostegno della legge di riforma delle Comunità Montane, restata, però, disattesa. Foglia fu il relatore dell’allora maggioranza di centro-destra. La legge contemplava, in pratica, la trasformazione delle Comunità Montane, soprattutto quelle costituite da Comuni fino a 5 mila abitanti, in Unioni intercomunali - non era ancora vigente la legge Delrio - con obblighi e vincoli stringenti, però, per l’associazione dei servizi; ai Comuni con popolazione superiore ai 5 mila abitanti era attribuita la libera scelta di aderire alla Comunità Montana di riferimento.
E su questa visione legislativa vari sono gli interventi pronunciati da Foglia a supporto dell’applicazione della legge regionale, che disciplina a condizioni particolarmente favorevoli e di lunga durata la concessione ai giovani e alle cooperative di giovani di suoli agrari di proprietà degli Enti locali. Una prospettiva di valorizzazione dell’agricoltura, recuperando suoli agrari spesso pregiati, ma incolti da tempo. Grazie alla sua visione pragmatica della soluzione dei problemi, l’On. Foglia è stato costantemente a fianco dei ceti politico-amministrativi e delle associazioni, che hanno dato vita al progetto di unificazione della Città di Montoro, puntando direttamente sulla fusione tra le municipalità di Montoro Inferiore e Montoro Superiore, una distinzione anti-storica ormai nel cuore della Valle dell’Irno. E Montoro città è attualmente un’interessante realtà politico-amministrativa.
La scomparsa dell’On. Pietro Foglia, visione politica, capacità amministrativa e competenza tecnica per lo sviluppo dell’Irpinia
di Gianni Amodeo
(pubblicato l’11/12/2018 da “bassairpinia.it” )
Politico serio, pragmatico e lungimirante, amministratore tenace ed operoso, dirigente pubblico competente e qualificato. L’On. Pietro Foglia lascia un grande ricordo dietro di sé. Il suo impegno nelle istituzioni è sempre stato caratterizzato da una particolare attenzione verso i problemi dello sviluppo produttivo, nel rispetto dell’identità territoriale e dell’ambiente. Amava profondamente la sua provincia ed è stato un rappresentante tenace ed appassionato della nostra terra nel Consiglio regionale della Campania fino alla prestigiosa elezione a Presidente di tale assemblea il 4 giugno 2014.
Il suo lungo impegno nelle istituzioni amministrative è stato sempre connotato da un duplice profilo: quello del tecnico competente e quello del politico autorevole. Questa duplice connotazione sia tecnica che politica è stata, forse, la cifra identitaria dell’On. Pietro Foglia.
La sua attenzione al sociale, la grande sensibilità verso i problemi dello sviluppo territoriale e dell’occupazione gli derivava anche dalla sua importante esperienza di autorevole dirigente delle strutture dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno; istituzioni che, a partire dalla Casmez, sono state una preziosa fucina di classe dirigente per il nostro Paese.
Negli anni in cui fu al vertice dell’ASI, egli lavorò con intelligenza ed efficacia per rilanciare lo sviluppo territoriale della provincia. Negli anni successivi nei quali rivestì posizioni dirigenziali di natura più strettamente politica ed elettorale egli portò entusiasmo, grinta e determinazione.
Di recente, prima delle ultime elezioni amministrative, ho avuto con lui un lungo ed interessante colloquio.
Mi colpì molto la sua analisi della condizione socio-economica e politica della Città capoluogo e della provincia. Da politico attento alle dinamiche territoriali e radicato nelle nostre comunità, le sue valutazioni
erano lucide e profonde.
Inoltre, l’On. Foglia sottolineava le questioni su cui bisognava intervenire per far ripartire lo sviluppo nell’ottica della sostenibilità ambientale, a cominciare dalla logistica, dalle infrastrutture, dal rilancio dell’agricoltura. Evidenziava altresì il ruolo virtuoso che aveva svolto la Cassa per il Mezzogiorno per sostenere lo sviluppo e la modernizzazione del tessuto socio-economico irpino.
Dalle sue riflessioni emergeva tutta la sua accesa passione politica ed anche un pizzico di nostalgia (da me condivisa) per l’esperienza democristiana e per i tempi in cui la politica ed i partiti dimostravano autorevolezza e lungimiranza ed avevano la capacità di guidare le dinamiche socio-economiche delle comunità.
Egli è stato un politico di antico stampo, sempre vicino alle comunità, disponibile al dialogo ed al confronto. Al tempo stesso, è stato un uomo politico capace di guardare al futuro e di cogliere ed interpretare l’ansia di rinnovamento e di crescita della nostra provincia.
* * *
Intervista all’On. Pietro Foglia
di Boris Ambrosone di “Irpinianews” (17 Aprile 2015)
Asserragliato da amici, collaboratori ed elettori e da un cellulare che squilla in continuazione nella segreteria politica di piazza Libertà ad Avellino, Pietro Foglia, il Presidente uscente del consiglio regionale, si confessa e racconta la sua infanzia, da dove nasce la sua passione politica, il suo rapporto con le figlie, Antonia e Amalia, passando per le passioni culinarie e i viaggi fatti e da fare.
Presidente Foglia, partiamo da lontano, nel 1978 lei ha partecipato al gruppo di progettazione, negli USA, del primo Boeing 767, poi l’approdo alla politica. Un volo non da poco, ritiene soddisfacente l’atterraggio?
“È stata una scelta di vita, più che altro legata agli affetti familiari. Per valorizzare una scelta professionale avrei dovuto scegliere di rimanere negli States, però nel ’76, due anni prima avevo perso mio padre e mia madre era rimasta sola, quindi decisi di tornare a casa da lei. Poi, purtroppo, lei morì un anno dopo. Con il senno di poi dico che magari avrei potuto continuare l’esperienza professionale”.
Come nasce la sua passione per la politica?
“Ho iniziato ad interessarmi alla politica prima di partire per gli Usa. Frequentavo l’università di ingegneria allora a Via Mezzocannone a Napoli. Erano i primi anni ’70. Un periodo difficile, turbolento. Erano gli anni delle occupazioni, delle contrapposizioni tra il mondo studentesco di sinistra ed il mondo cattolico. Io ho avuto una formazione cattolica ed un’istruzione gesuita. Iniziai la mia esperienza prima nel movimento giovanile della Dc, poi nell’azione Cattolica. Noi rivendicavamo un modo diverso di vedere le cose, in contrapposizione con l’ideologia comunista. Dopo la fase dell’università a Napoli e la partenza per l’America abbandonai per un lungo periodo l’azione politica”.
Lei è irpino di nascita, ma ha vissuto a lungo a Napoli. Come è stato il rapporto con l’Irpinia e come si è poi consolidato?
“Vivevo a Napoli con la famiglia, a Baiano in pratica venivamo in villeggiatura per un mese all’anno, d’estate prevalentemente, ma un ramo della famiglia aveva un legame saldo con Baiano. Come dire, la mia famiglia ha “fornito” i Sindaci a Baiano, i miei zii sono stati amministratori del comune di Baiano per lungo tempo”.
[…]
Quando inizia a sentirsi un Irpino a tutti gli effetti?
“Di ritorno dagli Usa, dopo gli studi si rinsalda il legame con Avellino, con il capoluogo, perché risultai vincitore di un concorso per la Cassa del Mezzogiorno, inizialmente fui destinato a Roma, poi fui mandato a reggere l’ufficio di Avellino. Erano gli anni del post terremoto”.
Come è cambiata l’Irpinia, Avellino?
“È cambiato il senso di comunità dei cittadini di Avellino. Avverto meno predisposizione alla solidarietà, al dialogo. C’è meno affiatamento tra le persone. Percepisco una città capoluogo anonima e ritengo che alcune zone della provincia siano migliori”.
Il suo nome, per chi ha più di 30 anni, è accostato inevitabilmente a Ciriaco De Mita. Quanto è stato doloroso affrancarsi? Quali sono state le soddisfazioni? E soprattutto lei si sente affrancato da Ciriaco De Mita?
“Prima di tutto uno deve affrancarsi o si sente affrancato da qualcuno se prima è stato suddito di qualcuno. Io non sono mai stato suddito di Ciriaco De Mita. C’ è stata da parte mia una sincera amicizia, se qualcuno l’ha considerata sudditanza allora vuol dire che non era amicizia. Il fatto che non sono mai stato suddito lo testimoniano la designazione a Presidente dell’Asi, avversata da De Mita, e le quotidiane richieste di dimissione dal mio incarico all’Asi, nel 2001, che De Mita avanzava ogni giorno, più volte al giorno. Richieste mai esaudite e che non hanno prodotto effetti”.
Presidente, in politica vige la regola del “Mai dire mai”. Ma per lei esiste un “Mai” inderogabile, imprescindibile?
“Mai venir meno ai principi che hanno costituito la mia educazione e la mia formazione. Possono verificarsi incidenti di percorso che possono rivelarsi spiacevoli, ma non sono episodi che fanno parte del mio corredo di comportamento e la prova l’ho data quando ho ricoperto ruoli importanti nella fase post terremoto, testimoniando la mia azione con fermezza e sani valori”.
Veniamo proprio alla sua esperienza post terremoto quale responsabile dell’Ufficio di Avellino della Cassa per il Mezzogiorno e curatore degli interventi connessi al reinsediamento delle popolazioni terremotate, fornendo ai comuni della provincia di Avellino assistenza per gli interventi di ricostruzione pubblica e privata. Dopo 30 anni come valuta quell’esperienza?
“Credo che la fase successiva abbia rappresentato uno delle più grandi occasioni mancate. Non aver assecondato il processo avviato di insediamento industriale è stato il più grande spreco post terremoto. Quel processo andava accompagnato e completato. Non era immaginabile completare la trasformazione di un tessuto prevalentemente agricolo come quello irpino in uno a vocazione industriale in soli 8 anni. È stata la cattiva politica a far arrestare quella dinamica. Ognuno ha immaginato di farsi la propria area industriale, un nucleo a proprio uso e consumo. Occorreva individuare le risorse per la gestione delle aree industriali, non quelle per la realizzazione che già c’erano”.
Lei fa riferimento alla “cattiva politica”. Si riferisce a quella che l’ha fatta allontanare, nei primi anni ’90?
“Si. A partire dal 1991/92 mi sono disinteressato alla politica. Mi sono allontanato. Anche per questioni familiari, Sono diventato papà nel 1988 e di nuovo nel 1992 ed in quegli anni mia moglie era a Venezia ed io facevo il pendolare”.
Però poi è ritornato nell’agone politico. Perché?
“Perché credo che la politica sia una sorta di malattia, provoca dipendenza”.
[…]
Cosa pensa dei colleghi più giovani in politica ed al Consiglio regionale?
“Ci sono giovani preparati, ma c’è una grande differenza con la nostra generazione di politici”.
Quale?
“L’Italia ha vissuto una profonda trasformazione a partire dal ’94 con l’avvento di Berlusconi. Il Berlusconismo ha invaso la politica, a destra come a sinistra ed ha modificato l’approccio di chi fa la politica. In pratica si inizia a far politica senza alcuna base di conoscenza. È come conseguire il diploma senza aver fatto le scuole. Ci sono giovani politici preparati, che hanno studiato, ma molti non hanno alcuna idea e conoscenza dell’amministrazione, della gestione”.
La politica è diventata un mestiere?
“Adesso si. Credo che, se avessi detto a mio padre di voler fare il mestiere di politico, mi sarei beccato un ceffone. Oggi molti abbandonano gli studi non per cercare un lavoro ma per entrare in politica. La considerano un lavoro”.
Allora perché non renderla un servizio da prestare gratuitamente?
“Non sono d’accordo. La politica deve avere un costo, poi occorre verificare se è adeguato agli obiettivi raggiunti. Occorrerebbe inserire dei criteri di valutazione della produttività dei politici, degli amministratori, ma so che questo sarebbe un criterio che non piace a molti”.
Tra le ragioni dell’Irpinia e le ragioni di schieramento, quali prevalgono nella sua azione politica?
“L’Irpinia sempre e comunque. Ho votato con l’opposizione in difesa dell’Irpinia. Sulla vertenza dei forestali, per esempio, per cercare di salvare un settore morto, in contrasto con la mia maggioranza che voleva chiudere le comunità montane. Ho presentato un ordine del giorno contro le trivellazioni petrolifere in Irpinia, chiedendo alla Giunta di presentare ricorso contro il decreto “Sblocca Italia” che di fatto ha esautorato la Regione da ogni potere decisionale sull’utilizzo del territorio. È un’azione insolita per un Presidente del Consiglio Regionale presentare un ordine del giorno ma per l’Irpinia bisognava farlo”.