(Totonno e Peppe sono seduti vicino alla tavola, l’uno a sinistra volge le spalle all’ingresso e l’altro alla sua sinistra volge le spalle alla finestra. Stanno giocando una scopa con le carte napoletane. Salvatore, seduto sul divano, legge il giornale. Entrano Stefano ed il dr Nicola Montuori, suo amico. Indossano la divisa dell’<>. Hanno in testa un cappello marrone con falde larghe e con due lunghe penne di fagiano. La camicia rossa, il giubbotto nero alla zuava, il pantalone di velluto blu notte alla zuava. Calzettoni bianchi fino alle ginocchia. Sulle spalle portano una carabina ad avancarica; appesa alla cintura una “borraccia” di alluminio che si usa per contenere la polvere da sparo. Schierati uno dietro l’altro fanno un giro a ritmo di marcia intorno alla tavola senza profferir parola, sotto lo sguardo compiaciuto di Totonno e di Peppe. Al termine del giro i due si girano verso il pubblico e sparano un colpo di carabina a testa, caricata senza polvere, accompagnando ognuno il rumore del “tubetto” per l’innesco con un lungo “Boooom!”.)
SALVATORE: Piano, piano con questi archibugi!
PEPPE: Salvatò, non te fà sotto!… Cheste nu fanno male manco a nu pólece. Fanno sulo fracasso!
DR MONTUORI: Buona sera, Signor Totonno! (Fa un leggero inchino.) Salvatore!
TOTONNO: Buona sera. (Posa le carte sul tavolo, si alza e dà la mano al dottore.) Duttò, che piacere ‘e ve vedè a casa mia!
DR MONTUORI: (Abbracciandolo e dandogli due baci sul viso) Buon Natale… Speriamo che questo Natale porti tanta fortuna a tutti quanti, che ne abbiamo proprio bisogno!
TOTONNO: (Si siede.) Specialmente a Peppe, che sta senza lavoro!
PEPPE: (Si alza e dà la mano al dottore.) Buon Natale, don Nicò!… Stasera site d’ ‘e nuoste p’ ‘a tombolata?
DR MONTUORI: Altroché, Peppì, se sarò dei vostri!… Aaah! Finalmente una serata di riposo, di festa, senza pensare al lavoro, all’ospedale, agli ammalati! (Si avvicina a Salvatore che si alza.) Salvatore, buon Natale! (Si stringono la mano.)
SALVATORE: Buon Natale, Nicola. Vedo che siete già pronti per la festa con la divisa da… “briganti”. (Si risiede.)
DR MONTUORI: Beh! Un po’ di folklore non guasta mai. E poi queste divise così belle come si fa a non indossarle anche per la processione di stanotte!
SALVATORE: Anche quest’anno allora si onora il Bambino con le carabine!
DR MONTUORI: E’ un modo come un altro per stare vicini al Signore!
STEFANO: Noi preghiamo con le carabine. Ogni botto di un baianese è un pensiero a nostro Signore e a S. Stefano!
PEPPE: Io songo diventato proprio n’amico stretto ‘e santo Stefano a furia ‘e sparà ‘a carabina tutte ‘e matine nnanze â chiesa, dal 13 Dicembre fino a Natale. Nu m’aggio perzo na messa ‘e notte ‘a quanno pàtemo (e lo indica) me purtaje ‘a primma vota che ero nu criaturo.
SALVATORE: Beh! Se tutti sparassero la carabina con la stessa vostra fede, veramente S. Stefano raccomanderebbe i baianesi al Signore per ogni loro desiderio!… Invece molti lo fanno solo per una questione di esibizionismo o di sfogo personale che nulla ha a che fare con la tradizione! Vogliono essere attori di uno spettacolo senza regole, oserei dire anarchico, nel quale ognuno vuole emergere, mettersi in mostra, fare di testa sua, come se volesse scaricare a terra con il botto della carabina tutte le tensioni che si sono accumulate nel corso dell’anno…
DR MONTUORI: E ti sembra poco, se fosse così?… Dopo dodici mesi di lavoro, scaricare a terra tutti i problemi e gli affanni serve anche a prepararsi ad affrontare un nuovo anno e i nuovi problemi con la giusta concentrazione.
SALVATORE: Se ho capito bene, vuoi dire che la carabina ha anche un valore sociale per chi la spara!
DR MONTUORI: Certamente! E’ una valvola di sfogo e fa bene all’anima!… Però bisogna capire il problema e inquadrarlo da una prospettiva diversa… Tutti questi attori, come li definisci tu, recitano la loro parte seguendo un canovaccio mai scritto, una regia invisibile, su un palcoscenico lungo nello spazio e nel tempo, che parte all’alba dalla chiesa di S. Stefano, passa per il bosco Arciano, per via Calabricita, per la Nazionale delle Puglie, per il corso, per la piazza e arriva di nuovo di sera davanti alla chiesa, ai piedi del Majo… Non sbagliano una battuta, un accento, un movimento, davanti ad un pubblico esigente che li segue nel teatro itinerante e li applaude alla fine di ogni scena! Un pubblico che conosce a memoria il testo, eppure lo rivede ogni anno, apparentemente sempre uguale ma recitato in modo nuovo, adattato all’atmosfera, alla tensione, all’emozione che si rinnova e si tramanda da generazione a generazione!… Evvivaddio! Un giorno di gloria non guasta mai a nessuno! Anche alla gente semplice che si esibisce con la carabina in nome di S. Stefano e del Majo!
PEPPE: E spara fora1 tutte ‘e guaie ê penziere che tene into.
SALVATORE: Nicola, tu però non hai bisogno di fare l’attore di piazza, l’artista ambulante!… Di esibirti per cacciare fuori veleni e tensioni!
DR MONTUORI: Però anche io, come ogni comune mortale, devo divertirmi, devo rilassarmi un po’, devo dimenticare i problemi di ogni giorno, l’ospedale, l’ambulatorio sempre pieno di pazienti; per non parlare della commissione per il riconoscimento dell’invalidità… Allora ogni anno, quando si avvicina Natale, sento dentro di me nascere una frenesia incontrollabile, che piano piano ridiventa passione! Allora abbandono ogni cosa, preparo la carabina con molta cura, la metto a lucido e rivolgo un pensiero a S. Stefano. Lo prego di darmi la forza di affrontare il nuovo anno con la giusta carica emotiva. In cambio gli dedico per due giorni tutte le mie energie!… Fin da piccolo, quando mi portava per mano mio padre a vedere il Majo, io ho promesso di fare festa a S. Stefano con la carabina, mescolandomi in mezzo a tutte quelle persone semplici che con tanta fede contribuiscono a tenere alta la devozione verso il patrono del paese. Ed ho mantenuto la promessa!
TOTONNO: Duttò, a proposito di promesse. Ma vuje na vota nu me prumettìsteve d’aiutà sòrema Carmela p’ ‘a penzione?… O me sbaglio?
DR MONTUORI: No, no!.. Non vi sbagliate!
STEFANO: Papà, tu sì sempe n’artista quanno spare fora cose che nun ce azzeccano pròpio!.. Nicò, nun ‘o penzà!… Chillo penza sempe â stessa cosa! <<Â raccumannazione!>>… Pure ‘a notte s’ ‘a sonna!… E’ proprio nu chiuovo fisso!… Madonna mia d’ ‘o Carmine!… Pare che senza ‘a raccumannazione nun se campa chiù!
DR MONTUORI: Stefano, tuo padre non ha torto!… Oggi senza la raccomandazione quante porte restano chiuse?
TOTONNO: Duttò, dicintencelle pure vuje a chistu ciuccio c’ ‘a cora. Nun s’ ‘o vó mettere ncapa che senza ‘a mano ‘e n’amico oggi nu riesce a fà niente ‘e buono… Ca tu ce ‘o dice2… ca tu ce ‘o ripiete!. Nun ce ricave niente!… A lavà ‘o ciuccio cu l’acqua e ‘o sapone, ce pierde l’acqua e ‘o sapone, dice ‘o pruverbio!
STEFANO: Nicò, lo senti?… Ha sparato ‘a sentenza!… Boom!… Peggio d’ ‘e carabine ‘e stanotte! E’ na capa tosta pàtemo!
PEPPE: Oi Stè, finitela!… Mo ce vulìsseve ntussecà a serata vuje e ‘a raccumannazione?
TOTONNO: Duttò, me sta mettenno ncroce ‘a quanno ha saputo che vuje venite ogni tanto ncopp’ â casa mia… “Me raccumanno, Totò” me dice sempe. “Allicuórda ‘o fatto ô duttore!… Nun te scurdà!”
PEPPE: Ma comme! Pure ‘a zia Carmela vò ‘a penzione d’ invalidità?… Gesù, Giuseppe, Sant’Anna e Maria! Duttò, ditto tra nuje, chella è pròpio na diàvula. Si ‘a vedìte quanno coglie l’aulìve!… Zompe pe ncopp’ ê piante comme a na mèrula e passa ‘a nu ramo a n’ ato peggio ‘e na scigna!
DR MONTUORI: Peppì, tu devi sapere una cosa. Sono proprio le persone come tua zia che alla fine saranno riconosciute invalide e avranno la pensione, perché sanno sempre trovare la chiave che apre la porta giusta!… I veri invalidi, consapevoli delle proprie condizioni fisiche, non cercano la raccomandazione perché credono ancora nella giustizia. Pertanto, quando vengono convocati per la visita medica, si presentano nell’ambulatorio e…
PEPPE: … e se ne tornano â casa cu na mano annanze e na mano arrèto!
DR MONTUORI: Proprio così. Come dice Peppe. “Cu na mano annanze e na mano arrèto!” Beh! Dovete pure capire che i medici non possono esprimere parere favorevole per tutti i candidati alla pensione!… Ai veri invalidi riconoscono la giusta percentuale di invalidità, che poi spesso non basta per ottenere la pensione. Perciò non hanno diritto a lamentarsi. In fondo a loro nessuno toglie niente!… Ai raccomandati, invece, riservano un trattamento speciale. Ogni piccolo acciacco diventa un grande male! Mettendo insieme tanti “grandi mali”, alla fine essi meritano il 100% di invalidità con diritto all’accompagnamento, anche se sono forti e arzilli come tua zia!!!
PEPPE: P’ ‘a faccia dê fessi!!!
DR MONTUORI: Peppì, mica possiamo dare la pensione a tutti!… La diamo ogni tanto a qualche invalido vero, ma soprattutto a chi si dà da fare e…
TOTONNO: A chi tene ‘e sante mparaviso!
DR MONTUORI: Totonno, questa è la realtà! E’ inutile farsi illusioni… Del resto chi vuol far carriera sa che deve accettare il sistema e adattarsi… Deve mettersi a disposizione degli amici, dei conoscenti, dei parenti!… Deve promettere aiuti di qualsiasi natura, leciti e illeciti; deve avere sempre la porta aperta, deve essere sempre gentile con tutti!
STEFANO: Io mi chiedo, però, che fine faranno gli onesti, coloro che credono nella giustizia, coloro che si impegnano per avere una buona cultura, coloro che studiano, che sudano sui libri…
DR MONTUORI: Ma voi credete che i nostri cari onorevoli prendono centomila o duecentomila voti di preferenza per la loro faccia bella?… Vi sbagliate!… Essi sono due anelli di un meccanismo di potere che si basa proprio sul clientelismo, sulle raccomandazioni, sulla speranza del posto sicuro o del piacere da ottenere. E chi aspetta… VOTA! Vota e fa votare parenti e amici… E siccome nella nostra provincia tutti sono in attesa di qualcosa, gli elettori votano i candidati che promettono di più o che hanno già risolto qualche problema a qualcuno… Vi piaccia o no, questa è la realtà!
STEFANO: Ma così non crescerà il nostro paese. Non ci sà mai un futuro per noi e per i nostri figli..
SALVATORE: Stefano, hai ragione. Purtroppo devi sapere che oggi nel Mezzogiorno d’Italia gli incarichi più importanti nei punti strategici dello Stato non li lasciano al primo fesso che perde tempo sui libri, ma li assegnano a persone del “sistema”, attraverso la farsa dei pubblici concorsi che di “concorso” hanno solo il nome!
DR MONTUORI: Anche se poi siamo costretti a constatare che nei nostri uffici, laddove serve personale preparato e capace, c’è gente che il più delle volte non sa fare il cerchio neppure con il bicchiere!
SALVATORE: Non avete sentito cosa hanno combinato all’ultimo concorso per dirigenti?… I responsabili regionali hanno interpretato l’Ordinanza Ministeriale secondo i propri comodi pur di ammettere candidati anche senza i requisiti richiesti, perché predestinati alla vincita del concorso ad ogni costo e ad ogni modo!
STEFANO: Conosco bene queste cose!… Ne hanno parlato anche i giornali. Ci sono stati anche centinaia di ricorsi e controricorsi… Inutilmente! Tutto era stato preparato e spartito a tavolino. E i futuri vincitori conoscevano già la traccia del tema!… Così, però, il Sud sarà sempre come un relitto alla deriva verso l’Africa, allontanandosi sempre più dall’Europa!… E forse neppure in Libia o in Tunisia ci vorranno, sapendo come siamo intrallazzieri e imbroglioni! E come sono somari i nostri giovani!
DR MONTUORI: (Puntualizzando) I più somari d’Europa!… (Ridendo) A dire il vero, anche i più scostumati dicono le statistiche!
SALVATORE: Nessuno sa parlare una lingua straniera!… Invece la donna delle pulizie della mia banca, oltre al suo ucraino, parla scorrevolmente anche il tedesco e l’italiano… e sa dire quattro parole in inglese!
DR MONTUORI: Se proprio vogliamo mettere i puntini sulla “i”, i nostri giovani non conoscono neppure la lingua italiana! Hanno un bagaglio linguistico poverissimo e una conoscenza della grammatica a livello di analfabeti!… Scrivono proprio con i piedi e, quando parlano, è meglio…
TOTONNO: Na cucchiara ‘e fràveca mbocca!
DR MONTUORI:: (Rivolto compiaciuto a Totonno) Giusto!… E’ meglio na cucchiara ‘e fràveca mbocca!… E quello che è peggio, non sanno pensare, non hanno idee, non hanno concetti chiari in testa!
STEFANO: (Prendendo le difese dei giovani) Cosa pretendete da noi giovani, se voi tutti, per risolvere qualsiasi problema, puntate solo sulla raccomandazione?… I ragazzi non sono più stimolati a studiare, a pensare, a ragionare. Non hanno più voglia di cultura, sapendo che poi, quando sarà il momento di cercare il lavoro, dovranno prostituirsi ai piedi di qualcuno, se vorranno sistemarsi!. La cultura non porta il piatto a tavola!… Ma vi guardate intorno? Quelli senza dignità che non hanno mai studiato più del necessario occupano i migliori posti ed hanno stipendi di lusso. Invece coloro che hanno stoffa…
TOTONNO: Possono sempre fare i sarti!!!
STEFANO: Sì, papà. Hai ragione. Possono fare i sarti. I “saRti” mortali per sistemarsi alla meglio e mettere su famiglia… Ma verrà il giorno in cui finirà questa cuccagna per i politici ed i sindacalisti della nostra provincia o di tutto il Mezzogiorno! La smetteranno di prendere in giro la gente o le intere comunità!…
TOTONNO: Tu duorme câ zizza mbocca! Tu tô suonne!
STEFANO: So che è un sogno!… Ma se ci togliete anche la speranza di sognare, allora dobbiamo fare il fagotto e andare via da questa terra, abbandonandola nelle mani dei farabutti, dei briganti… dei nuovi corsari che non lasciano neppure le briciole alla gente comune!!!
PEPPE: Ma è accussì facile!… Basta che nisciuno ‘e vota chiù ‘e fetiente!… Amm’ ‘a vutà ‘e perzone che nu fanno ‘e prumésse pe sfottere ‘a gente!
DR MONTUORI: Sembra così facile, vero? Ma non lo è.
STEFANO: Perché alla gente della nostra terra piace essere presa per i fondelli! Nu capisce che ‘a raccumannazione aiuta a uno, ma è nu male p’ ‘o paese! Pecchè accide a mille!!!
PEPPE: Pecchè nisciuno chiù vó fà ‘o mestiere suojo. Nisciuno vó faticà chiù!… Tutte vonno ‘o posto, pe se rattà ‘a panza dâ matina â sera!
DR MONTUORI: Tanto per chiudere il discorso, dovete capire che i politici danno alle persone quello che le persone vogliono! Ed ognuno si ritrova i politici che si merita!… (Rivolto a Totonno) Comunque, Totonno, dite a vostra sorella di non preoccuparsi. Sta nelle mie mani!
STEFANO: (Indicando il dottore) Papà, nuje iammo nella camera mia.
DR MONTUORI: Con permesso.
(Escono, mentre cala il sipario)
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1 Fora = fuori
2 Ca tu ce ‘o dice = che tu glielo dici
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Atto Secondo: Scena Terza
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- Scritto da Montella Carmine
- Categoria: Aspettann' 'o Bambino
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