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Amici diVersi in ambiente diVino – Incontro con l’autore Giovanni Moschella.

Atripalda, 4 Giugno 2015

 

Ottavo incontro settimanale organizzato da Lucia Gaeta, in collaborazione con l’Enoteca “3 bicchieri” di Antonio Casale e Paola Theodosiu. Ospite di turno il poeta Giovanni Moschella di Atripalda (Av), accompagnato dalla sua dolce metà, signora Sonia de Francesco  e la sua meravigliosa voce. Un duo inseparabile di musica e poesia!

“Oltre la frontiera”, edito da Scuderi Editrice, con introduzione di Paolo Saggese, è la raccolta di  poesie che l’autore presenta agli ospiti come chiave per entrare nel suo mondo interiore.

Assente giustificata per improrogabili motivi di lavoro proprio Lucia Gaeta, sostituita nel ruolo da Lello Marino, che apre l’evento sottolineando subito l’eleganza, la discrezione e l’apparente timidezza del nostro poeta.

Molti sono i versi che hanno toccato le corde del cuore. Letti con profonda partecipazione dai presenti e dallo stesso autore. Da “Ridi pagliaccio” a “Stonata notte di Natale”. E ancora da “Bambino” a “L’assenza”, “Mio dolce sud”, “Alla mia Atripalda”.

Il tutto intervallato dalla performance di Sonia, a partire da “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini, a “Quando nasce un amore” e “Senza pietà” di Anna Oxa, “Io domani” di Marcella, “Dimmi che non vuoi morire” di Patty Pravo e “Amor mio” di Mina.

Dopo un periodo di inattività poetica, afferma l’autore, nascono queste poesie finalizzate a portare avanti un discorso di solidarietà e di fratellanza, per aiutare le persone. Molte cattiverie, molti sgambetti lo avevano deluso. Davanti agli occhi non c’era più il mondo nel quale credeva. Poi rileggendo i suoi versi, aveva trovato la forza per andare avanti ed aveva capito che dovevano essere pubblicati, perché potevano offrire risposte a coloro che navigano nei mari tempestosi della vita, essere di esempio per tutti quelli che hanno bisogno di messaggi positivi per organizzare il proprio futuro. Non bisogna mai buttare la spugna, perché c’è sempre una luce. Egli esamina i mali del nostro tempo e dà sempre una via di salvezza. Nasce così “La luce della vita”.  “Dopo aver perso tutto/ e toccato il fondo/ …/ riesci a scorgere/ un barlume di luce/ che ora illumina il tuo cammino”.

Giovanni Moschella, con la semplicità dei suoi versi ma con l’acutezza delle sue indagini e delle sue riflessioni, passa dalla realtà al sogno, dall’umano al divino; guarda oltre la frontiera, oltre il nostro immaginario, oltre la siepe, per trovare la felicità. Assume così l’identità del poeta della salvezza, del cristianesimo, di chi vuole un mondo migliore, fatto di pace, di bene. Un sognatore! Un sognatore, però, che aspira alla realizzazione  vera dei sogni!

Varie sono le tematiche oggetto dei versi. Dal sentimento di appartenenza, ai ricordi, alla famiglia, allo sfruttamento del corpo della donna e del bambino, alla morte, alla passione per la sua terra, alla fede, ai tradimenti, alla patria, alla natura, ai sapori genuini  del paese. Soprattutto gli amori: quelli vissuti e quelli finiti; col rimpianto per alcuni finiti e con la gioia per la liberazione da altri finiti. L’amore come nuova luce laddove prima c’era il buio.

Versi pieni di speranza, ma percorsi da un alito di tristezza, di malinconia, di dolore che passa da una pagina all’altra e fa da sottofondo come una colonna sonora di un film. Versi caratterizzati da dualismi ben marcati e ripetuti: odio-amore; notte-giorno; buio-luce; lacrime-gioia; silenzi-voci; solitudine-festa; deserti aridi – giardini fiorenti, schiavitù-libertà; abissi-superficie; paura-coraggio; mari agitati – porti sicuri; cadute-redenzioni; discese-salite. Dualismi con il secondo elemento sempre positivo.

Poesie belle ! In particolare “L’assenza”. Il ritorno nel cortile della sua casa dove è nato, dove gli sembra di sentire i passi del padre e la canzone che cantava la mamma, mentre “il focolare ci teneva uniti la sera”; nella quale “entro e ritorno bambino all’improvviso” ma scopre che oramai tutto è abbandonato.

Non da meno “Se mi vuoi”: una vera dichiarazione d’amore per la sua donna! “In questo momento/ sono qui per te,/ amami senza passato,/ senza futuro,/ amami senza ieri,/ senza domani./…/ Amami se mi vuoi/ senza condizioni,/ senza promesse/ se mi vuoi”.

Perché proprio “Oltre la frontiera”? Il libro nasce dopo un viaggio con le suore ad Auschwitz, dove è ancora presente l’orrore che si è consumato tra quelle mura e si sente ancora l’odore della morte. Solo la poesia riesce  a portare il poeta oltre l’orrore, oltre la morte, oltre il martirio, oltre le frontiere tra i popoli per creare una forte sinergia per il bene comune. Musa ispiratrice naturalmente la sua Sonia.

Allora  le parole di Paolo Saggese ritornano più significative alla seconda lettura. Giovanni Moschella “voce intensa, profonda, elegante, accurata nella ricerca delle metafore, della parola pura, voce … che riconcilia con la poesia e che si dona al pubblico nella sua nobile semplicità  e quieta grandezza, voce che vuole  effettivamente condurci oltre la frontiera, e ci riesce perché è una voce vera”.