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(Baiano, 2 ottobre 1921 * Napoli, 25 agosto 2004)

 

Ha scritto:

«Storia della filosofia», per i licei - Con ampia scelta di letture. Edizioni Scolastiche Mondadori, Volume I, 1951; Volumi II – III, 1952.

«L’ideale educativo», di Giambattista Vico, a cura di Enrico De Falco, Casa editrice. S. Viti, Napoli, 1954.

«La scienza dell’educazione», di Roberto Ardigò, a cura di Enrico De Falco, Editrice Ciranna, Siracusa – Milano, 1956.

«La biografia di G. B. Vico – Introduzione – Figurazione – Commentario»,  Ciranna, Roma, 1968.

«La congiura dei principi napoletani del 1701», Istituto Editoriale del Mezzogiorno, Napoli, 1971.

«Giambattista Vico, Le imprese di Antonio Carafa», libri quattro pubblicati a Napoli da Felice Mosca 1716, Prima traduzione italiana – Introduzione – Note a cura di Enrico De Falco, Athena Mediterranea, Napoli,1978.

«Storia degli ideali educativi, da Omero alla Montessori», Libreria editrice Ferraro, Napoli, 1972.

«Baiano – Origine – Sviluppo e Vicende di un Casale di Avella», Laurenziana, Napoli, 1ª edizione, 1983, 2ª edizione, 1985.

Articoli per riviste e giornali.

 

Enrico De Falco nacque a Baiano (AV) il 2 ottobre 1921 da Felice e Orsola Fasulo.

Conseguita la licenza liceale presso il Liceo Classico Statale “G. Carducci” di Nola (NA), si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dove nel 1945 si laureò in Filosofia e l’anno successivo in Lettere moderne.

La sua prima esperienza come docente risale al 1945 presso il Liceo-Ginnasio “P. Gregorio Rocco”, diretto dai monaci domenicani del santuario di Madonna dell’Arco a S. Anastasia (NA).

Successivamente insegnò Storia e Filosofia all’Istituto Magistrale “Imbriani” di Avellino. 

Nell’immediato dopoguerra venne nominato commissario al primo Concorso Magistrale tenutosi nel capoluogo irpino.

Nel 1953 fu eletto Consigliere comunale a Baiano (N.d.A: Non sono riuscito a trovare l’intero periodo del suo mandato!).

Dal 1965 al 1978 svolse le funzioni di Preside titolare prima a Napoli presso l’Istituto Magistrale di Piazza Nazionale, poi, per qualche anno, al Liceo Classico di Manfredonia (FG), poi presso l’Istituto Magistrale di Capua (CE), il Liceo Scientifico di Sessa Aurunca (CE) ed infine presso il Liceo Classico “Cirillo” di Aversa (CE), dove rimase per circa dieci anni.

Unitamente alla carriera di docente e di dirigente scolastico, svolse anche l’attività di scrittore.

Nel settembre del 1951, all’età di 30 anni, pubblicò per la Casa Editrice Mondadori, edizioni scolastiche, “Storia della filosofia”, un manuale di filosofia in tre volumi per le scuole superiori. Nella sua prefazione afferma di aver seguito come canoni metodologici del suo lavoro la tendenza a facilitare ed a volte volgarizzare i problemi con abbondanza massima di esempi e, per quanto possibile, con facilità di esposizione, in quanto si era reso conto che in molte scuole superiori ed a volte tra persone di una certa cultura c’è difficoltà a comprendere la filosofia, nonché una certa apatia verso una materia falsamente considerata come inutile alla vita.

Nel 1972 pubblicò la voluminosa “Storia degli ideali educativi”, edita dalla Libreria Editrice Ferraro. Si tratta di una storia della pedagogia da Omero a Montessori, in cui le teorie sono presentate in forma quanto più vasta e copiosa possibile e «il rapporto relazionale di tutto lo scibile si pone nell'unità dinamica del sapere», scrive l’autore, «nel senso che un ideale trova il suo aspetto di rispondenza non solo nel pensiero filosofico, ma, dove più dove meno, nella disarticolazione analitica di tutte le discipline, quasi unico sole che dà vita e colore ai vari esseri che popolano questa bella d'erbe famiglia e d'animali. Questa metodologia, […], non solo consente la trattazione storica del problema educativo e delle sue soluzioni […], ma permette la comprensione della prassi e degli istituti educativi, inseriti nell'esigenza storica e nella sensibilità delle singole epoche».

Pubblicò, inoltre, alcune antologie commentate di autori vari tra cui Epicuro, Lucrezio, Giordano Bruno; testi usati come classici nei Licei.

Tra gli anni sessanta e settanta si dedicò con passione allo studio del pensiero e delle opere di Gian Battista Vico.

Nel 1968, in occasione del terzo centenario della nascita del filosofo napoletano (1668-1968), pubblicò “La biografia di G.B. Vico. Introduzione - Figurazione – Commentario”, edita dalla Casa Editrice M. Ciranna di Roma.

Nel 1971 curò la prima traduzione in lingua italiana, eseguita sull’originale latino, dell’opera di Giambattista Vico (N.d.A.: Enrico De Falco usa sia il nome Giambattista, sia Gian Battista) “La congiura dei principi napoletani del 1701”. Nella sua introduzione, Enrico De Falco riassume le vicende degli avvenimenti, fa un’analisi realistica della società napoletana immediatamente precedente alla congiura, illustra la posizione politica del Vico, presentato come  “uomo napoletano” ed, infine, sottolinea lo stile della congiura dei principi.

Nel 1975 fu nominato Presidente della commissione del Concorso Magistrale indetto dal Provveditorato agli Studi di Avellino con decreto n. 2919 del 10-4-1975.

Nel 1979 pubblicò la prima e tuttora unica traduzione italiana dell’opera vichiana “Le imprese di Antonio Carafa”, (eseguita sul testo originale dei quattro libri del Vico “De rebus gestis Antonii Caraphaei”, pubblicati a Napoli dallo stampatore Felice Mosca nel 1716), edito dalla Casa Editrice Athena Mediterranea di Napoli. Il professore De Falco, oltre ad evidenziare l’interessante excursus sulle origini del casato dei Carafa, che offre al Vico l’occasione per una bella panoramica sulla storia di Napoli, dal mito omerico di Partenope fino al Seicento, sottolinea i pregi dell’opera sia dal punto di vista della bellezza formale, sia sul piano del contenuto: si incontrano stupende descrizioni storico-geografiche, concise figurazioni  di valorosi guerrieri, tragiche rappresentazioni di re vinti, vigorosi precetti e norme di etica classica legate a riflessioni di pensiero politico, ampie divagazioni sulla natura, l’origine e la finalità del diritto che fanno antivedere i grandi temi della Scienza Nuova. Se le pagine della “Congiura”  rivelano un «Vico uomo napoletano», quelle della Vita di Carafa evidenziano un «Vico uomo europeo».

Congedatosi ormai dall’attività di Preside, stimolato dalla cortesia di amici e parenti, desiderosi di leggere avvenimenti di storia locale, nel 1983, dopo un lungo e attento lavoro di ricerca, pubblicò il libro “Baiano. Origine - Sviluppo e Vicende di un Casale ali Avella”, ottenendo notevoli consensi. Dopo la prima edizione, esaurita nel giro di un anno, i concittadini fornirono al Professore De Falco ulteriori indicazioni, temi, quesiti che consentirono la continuazione e l’arricchimento della ricerca fino alla pubblicazione nel 1985 della seconda edizione.

«Fermo al concetto metodologico di storiografia come scienza per eccellenza», sottolinea nelle introduzioni alle due edizioni, «ho sempre mirato a inquadrare eventi e consuetudini del paese nell’orizzonte politico-sociale del tempo allo scopo di scrivere idee, concetti, ragionamenti, dimostrazioni: il certo che non diventa vero non fa storia. Pertanto chi va alla ricerca di salaci cronache paesane, traducibili in aneddoti, in futilità, in frivolezze, può evitare di perder tempo”. I fatti di storia locale sono trattati non in chiave circoscritta, di cronaca, ma indagati in rapporto alle più generali ragioni economiche, politiche, sociali e culturali che nel tempo hanno definito l’evolversi della comunità nazionale.

Il testo “Baiano – Origine – Sviluppo e Vicende di un Casale di Avella” è il lavoro più importante che è stato realizzato fino ad ora  sulla storia di Baiano, frutto di ricerche approfondite e di letture di atti di archivio, condotte con molto impegno dall’autore e con  metodologia  storiografica, al fine di “dare un modesto contributo alla conoscenza del natio loco”, come scrive l’Autore.

Tra gli anni ottanta e novanta si dedicò all’attività di pubblicista e scrisse periodicamente su vari giornali e riviste: “Il Giornale di Caserta”, “L’Idea”, “Napoli oggi”, “L’Informatore”, “Il risveglio del Mezzogiorno” .

Sul settimanale “Il Giornale di Caserta” pubblicò:

Nel 1989, il saggio su “L’apporto del femminismo alla Democrazia”,  estratto dagli Atti del Convegno Nazionale “Lo sviluppo della Democrazia in Italia”, tenutosi a Napoli il 18, 19 e 20 ottobre 1989.

Nel 1993, in occasione del Convegno Nazionale su “La crisi dell’arte e il mondo dei valori”, tenutosi il 27 e 28 ottobre 1993 presso il Liceo Classico “Genovesi” di Napoli, il saggio su “La canzone napoletana: messaggio di bellezza, di sentimento, di umanità nel mondo”.

Il 1° novembre 1997, “Influssi storici - Napoleonismo e Risorgimento”.

Il 22 novembre 1997,  “Gli artefici del nostro Risorgimento. Grandezza e attualità di Giuseppe Garibaldi”.

Il 28 novembre l998  “Le fonti dello storicismo di G.B. Vico”.

(Senza data) “Vico e l'età della ragione”; “Note di estetica crociana”;  “Vico e la scoperta del vero Omero”; “Giovanni Gentile – Educatore e riformatore”; “Rileggendo Antonio Ludovico Muratori – Il risveglio del Settecento”.

Sul giornale “L’Idea” pubblicò vari articoli. Tra i più importanti ricordiamo:

Il 1° novembre 1992, “Teorie e ipotesi sul contributo all’unità d’Italia, sacrificio di libertà. Il carcere di Montefusco, lo Spielberg d’Italia”.

Il 6 gennaio 1994, “Il quinto centenario della scoperta dell’America – Il male nel mondo e la liberazione dell’uomo”, analisi degli atti  del convegno nazionale, edito dalla Loffredo Editori di Napoli, 1993.

Il 1° agosto 1994, “La Filippica antiromana di Sant’Agostino”.

Sul giornale “Napoli Oggi”:

Il 24 dicembre 1980, “Arte e storia nelle catacombe di Capodimonte”.

Il 31 dicembre 1980, “La collera del Vesuvio” - L’epigrafe del Vico nell’edicola di San Gennaro ricorda un’eruzione del 1707.

Il 14 gennaio 1982, “I seggi, antiche roccaforti di nobili e potenti napoletani”.

Il 25 febbraio 1981, “Monti di pietà e di ricchezza” -  L’economia cittadina nella  storia degli otto Banchi dei poveri.

            Sull’Informatore:

Aprile 1992, “La vittoriosa battaglia del Preside Casella per la costruzione del nuovo Istituto Magistrale di Caserta”.

 

Nel 1993 recensì il testo di Renato Carrozzini «Aspetti di storia economico-sociale del mezzogiorno d’Italia nel XVIII secolo», Edizione Milella, Lecce.

Pubblicò ancora

“Giano bifronte”; “Il mattino del mondo” e “L’umanesimo socialista di Turati” ma non sono riuscito a trovare  quando e su quali giornali.

 

Morì il 25 agosto 2004 a Napoli nel suo appartamento del Vomero, dove ha vissuto per quarant’anni con la moglie Cordelia Franicosi, sposata a Napoli il 4 gennaio 1964,  e il figlio Felice. Oggi riposa nel cimitero del suo paese natio, nella cappella di famiglia