(Baiano, 24 marzo 1924 * 16 maggio 2007)
“Ha votato la sua vita all’evangelizzazione in terra d’Africa. Spirito comunicativo, fatto di sensibilità e cultura”
Giuseppina Picciocchi nacque a Baiano il 24 marzo 1924 da Nicola e Caterina Tulino. A ventisei anni maturò la decisione di entrare nella Casa di formazione di Verona dei Missionari Comboniani. Dopo il periodo di Postulato, prima, e del Noviziato, poi, fece la Professione religiosa il 23 agosto del 1953 e prese il nome di Suor Maria Rosaria.
Dopo un ulteriore anno trascorso in Italia, nel settembre del 1954 incominciò la sua vita e la profonda esperienza umana e religiosa di missionaria in Sudan. Sosta a Khartoum per imparare la lingua araba e, quindi, si fermò nella missione di Okaru e, a partire dal 1958, in quella di Kator, dove dedicò le sue giornate specialmente alla guida dei bambini, dei giovani e dei seminaristi. Del resto le missioni sudanesi erano state tra le prime fondate dallo stesso Comboni.
Purtroppo negli anni ’60 i missionari di quelle splendide e difficili regioni dell’Africa vennero espulsi e con loro rimpatriò anche suor Maria Rosaria. Ma lei tornò e la sua missione di educatrice e catechista continuò presso la missione di Aden, nel Golfo Arabico, da cui partirà nel 1967.
Rientrata in Italia per un periodo di riposo, venne trattenuta a Verona, dove insegnò inglese nella Scuola americana. Nel 1970 fu assegnata ad una missione ugandese, dove rimase per sei anni, prima a Moroto e poi a Kaabong. La coraggiosa missionaria baianese terminò la sua avventura africana e, a partire dal 1976, si fermò definitivamente in Italia; nel 1990 sostò presso la Casa Generalizia Comboniana di Roma come sacrestana.
Trascorse, infine, gli ultimi anni della sua vita nella sua Baiano, dove, nonostante i problemi di salute, continuò ad aiutare con mille iniziative le comunità dell’avellinese e i mai dimenticati Paesi di missione.
Qui si spense il 16 maggio 2007, circondata, negli ultimi tempi, dalle consorelle che venivano a farle visita sia da Torre Annunziata che da Roma.
L’amore per la musica e, specie, per il canto rimane il ricordo più vivido in quanti l’hanno conosciuta. Suor Maria Rosaria aveva saputo alleggerire le asperità della sua missione con la levità e la grazia, spesso, di una canzone, di una ninna-nanna ad uno dei suoi amatissimi bambini.
(da “in Dialogo”, Mensile della Chiesa Nolana, Settembre – Ottobre 2007, pag. 10, Annamaria Autiero)
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Durante la missione nella casa religiosa di Aden (città dello Yemen), dove il clima era infuocato, tra l’agosto e l’ottobre 1964 suor Maria Rosaria Picciocchi fu inviata ad Asmara per un breve periodo di riposo presso la sede delle Comboniane.
Venuta a conoscenza della sepoltura del carabiniere di Baiano Nicola Litto (vedi la sua biografia in altra parte di questo libro) nel cimitero cattolico di quella città, si prodigò con grande dedizione per curare tutti gli adempimenti burocratici per il rientro in Italia dei suoi resti mortali, avviato dai familiari sin dal 1961. Il 12 ottobre 1964 ne fece riesumare la salma, che poi arrivò a Baiano il 23 dicembre.
(Notizie tratte dal libro “La tragica avventura africana del carabiniere baianese Nicola Litto”, di Pasquale Colucci)