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(Personaggi: Un figlio, un padre e una madre)

(Il padre sta leggendo il giornale, aperto sul tavolo. Entra il figlio con la cartella)

Figlio:     Papà, mi aiuti a fare i compiti?
Padre:     Certo! (Chiude il giornale)... Cosa devi fare?
Figlio:     (Prende il quaderno e lo apre) Dei pensierini.
Padre:     (Meravigliato) Dei pensierini?!?... Si fanno ancora i pensierini! La società corre verso il duemila e la scuola va lenta come un ippopotamo.
Figlio:    Papà, che c’entra l'ippopotamo con i pensierini?!?
Padre:    C’entra, c’entra, figlio mio!... C’entra l'ippopotamo! La scuola è lenta  nel cambiare LOOK!!! (pronuncia LUK)
Figlio:    Nel cambiare cosa???
Padre:    Look! (pronuncia LUK)
Figlio:    Luk?!?... Aaaah! Quelli che facciamo in classe quando non c'è la maestra?
Padre:    Non ho capito!... Cosa fate quando non c'è la maestra?
Figlio:    " 'e llucche!""... Gridiamo, saltiamo sui banchi...
Padre:    No, no!
Figlio:    Allora "" 'e llucche"" che fanno le maestre quando non studiamo?
Padre:    No, no! Non hai capito. "Look" significa "immagine",  "abito"... Le maestre portano ancora un abito vecchio!
Figlio:    Nooò!... Papà, le maestre portano abiti nuovi! A volte anche le pellicce!
Padre:    Non hai capito!... Volevo dire che i pensierini si facevano tanti anni fa, quando io ero piccolo e andavo a quella brutta scuola di una volta!... Pensavo che non si facessero più!
Figlio:    Noi invece li facciamo tutti i giorni!
Padre:        (Mugugnando) Va bene!... Vediamo un po’.
Figlio:    (Legge sul diario ad alta voce) Fare un pensierino per ogni parola dell'esercizio a pagina 20 del libro "Impariamo insieme". (Aprono il libro e il figlio legge ad alta voce) "QUAGLIA". Papà, questo è facile.
Padre:    Bravo!...
Figlio:    (Sicuro di sé) "Mamma dice sempre che la polvere si QUAGLIA sui mobili".
Padre:     (Dopo aver riso a lungo) Questa è proprio bella! "La polvere si quaglia sui mobili!"... "Quaglia" non è  il verbo quagliare. E' la "quaglia", quella che vola sugli alberi...
Figlio:    … e si quaglia sui mobili!
. e si quaglia sui mobili!Padre:    Nooo! Non si QUAGLIA sui mobili la QUAGLIA! La   
QUAGLIA è un uccello!
Figlio:    (Meravigliato)  Un uccello!!!... Va bene. Allora scriviamo "La
QUAGLIA va sui mobili".
Padre:    Come?... Va sui mobili?... Ma no!... Va sugli alberi!
Figlio:    E va bene... Ma va anche sui mobili. Perché non scriviamo così?      
Padre:    Scrivi come vuoi!... Testardo!
Figlio:    (Dopo aver scritto)  Papà, devo scrivere un pensierino con
"SOQQUADRO".
Padre:    Con SO...che???
Figlio:    Con "SOQQUADRO".
Padre:    Ah!...E cosa scriviamo!
Figlio:    (Deciso)  "Le mosche fanno la cacchina SOQQUADRO".
Padre:    (Con la mano sulla fronte) Oh Dio!!!... Ma quale cacchina?... Quali mosche?... SOQQUADRO significa... La maestra non te l'ha spiegato?
Figlio:    No!
Padre:    Come è possibile?... Perché non dici che stai sempre distratto in classe quando lei spiega... e poi a casa non ricordi niente... e non sai cosa fare!!!
Figlio:    (Piangendo)  Ti dico che non ce l'ha spiegato, ah!
Padre:    (Arrabbiato)  Tu dici sempre così...
Figlio:    (c.s.) Ih! Ih! Tu non mi credi mai! Ih! Ih!
Padre:    Va bene, ti credo! (Lo accarezza) "Soqquadro" non significa "sul quadro"...
Figlio:    (Con meraviglia) Nooo!... E cosa è  "il soqquadro"?
Padre:    "Il soqquadro" è... vediamo un po'... Come te lo posso spiegare...                                                      
Figlio:    Allora, se neanche tu lo sai, non possiamo fare il pensierino con "soqquadro"!
Padre:    Il pensierino lo possiamo fare... Soltanto devi capire TU cosa vuol dire "soqquadro"... Ecco!... Vai nella tua cameretta e troverai " il soqquadro"!!!
Figlio:       Ma io non l'ho mai avuto "il soqquadro"!
Padre:     Il "soqquadro" non è un giocattolo!... E'... è... il disordine che c'è!
Figlio:     Ho capitoooo! (Comincia a scrivere) "Nella mia stanzetta c'è  sempre un "soqquadro".
Padre:      E anche nella tua testa!
Figlio:     (Arrabbiato, chiude il quaderno e incrocia le braccia) Non   scrivo più!
Padre:      E la maestra domani ti punirà con uno zero tondo tondo!
Figlio:    (Con una smorfia) La maestra non mi mette uno zero tondo tondo!
Padre:     Già! Lo fa ovale!
Figlio:    (c.s) Mette "BRAVO 10".
Padre:    Anche quando sbagli... per accontentarti!
Figlio:    (Legge sul quaderno) "ACQUA...MARINA".    
Padre:    Aahà!... ACQUA...che!?!
Figlio:    ACQUAMARINA.
Padre:    Acquamarina!... E che vuol dire?
Figlio:    E io che ne so!... Se non lo sai tu!
Padre:    Eh no! Se non lo sai tu!...La maestra non te l'ha spiegato il
significato?
Figlio:    (Sicuro) No, papà. Te lo giuro!  Non ce l'ha spiegato!
Padre:    (Si gratta la testa) ACQUAMARINA!... ACQUAMARINA!...
Figlio:    Ho pensato. "Quest'anno a Diamante ho fatto i tuffi     nell'ACQUAMARINA".    
Padre:    (Per niente convinto) Tutt'al più hai fatto i tuffi nell'acqua del mare, anche se non sai nuotare... Facciamo così. Troviamo questa     parola sul vocabolario. (Dà il vocabolario al figlio)
Figlio:    Papà, io non lo so usare!
Padre:    Neppure questo sai fare?...Ma che ti mando a fare a scuola?!? (Il padre sfoglia il vocabolario, mentre il figlio fa una smorfia) Ascensore... anguria... agghindare... acrobatico... acquatico... ci siamo quasi!... acquaforte...  Ecco, l'ho trovato! (Legge) "ACQUAMARINA".  "Varietà di berillo di colore verde azzurro, come l'acqua del mare, usata come pietra preziosa"
Figlio:    Allora è un "birillo!"  Serve per giocare!
Padre:    (Ridendo) Ma quale "birillo"?! E' un "BE...rillo", cioè un silicato di alluminio e berillio naturale. Hai capito?
Figlio:    Niente proprio, papà. Neppure una parola!... E ora cosa scriviamo?
Padre:    Va bene, te lo detto io. Ma solo questo, perché è difficile... Scrivi. "La mamma ha un anello con una pietra di acquamarina". Ti piace?
Figlio:    Uuuh! Mi piacevano più i tuffi o i birilli.
Padre:    Ma non c'entrano affatto... i tuffi... e... i birilli
Figlio:    Va bene, scriviamo. (Scrive) "La mamma ha un anello" e poi?
Padre:    Con una pietra di acquamarina.
Figlio:    .""con una pietra di acquamarina"". Papà, sei proprio… “con una pietra di acquamarina”. Papà, sei proprio sicuro?  
Padre:    Sicurissimo!!!
Figlio:    Però io non l'ho mai visto quest'anello... Papà, ho scritto una bugia!
Padre:    No, hai scritto semplicemente un pensierino con "acquamarina"! E ora fai presto, perché ho da fare.  Altrimenti ti lascio solo e vado a fare le mie cose!... Tu sei lento a scrivere e a pensare. Ci impieghi troppo tempo per quattro pensierini... La mamma di Pasquale mi ha detto  che il figlio subito li fa.
Figlio:     Pasquale li fa subito perché la mamma glieli detta, mentre lava piatti. Me l'ha detto proprio ieri! Perché non facciamo anche noi così!
Padre:    Sì, facciamo il dettato!
Figlio:    Così facciamo prima!
Padre:    Avanti con il prossimo!
Figlio:    "ACQUERUGIOLA".
Padre:    Aahà! Un'altra parola strana! Invece di scegliere parole facili...  Vorrei saper dove ha trovato tutte queste brutte parolacce:     quaglia... soqquadro... acquamarina,  ... e ora acquerugiòla!
Figlio:    Sul libro, papà. Sul libro "Impariamo insieme".
Padre:     Giusto. Impariamo insieme. Allora, figlio mio, insegna tu a tuo padre. Cosa significa "Acquerugiòla".
Figlio:    Acqua arrugginita!
Padre:    Sì... Acqua 'nfracetata!... Prendiamo il vocabolario. (Sfoglia e legge ad alta voce) Adulare... acròcoro... acquolìna... acquetta... Ecco.     "ACQUERUGIOLA" . Ahà! Abbiamo sbagliato pure l'accento. Si dice "acquerùgiola", con l'accento sulla "u"! (Legge) "Diminutivo di
acqua. Pioggia minutissima e lenta".
Figlio:    Papà, cosa significa "diminutivo di acqua"?
Padre:    Una pioggia piccola... Come cagnolino è il diminutivo di cane;
gattino è il diminutivo di gatto...
Figlio:    Come la lucertola è il diminutivo di coccodrillo?
Padre:    Ma no! La lucertola e il coccodrillo non sono neppure parenti.
Figlio:    Allora si possono anche sposare?
Padre:    Ma cosa c'importa se si possono sposare!!!... A noi interessa  scrivere  un pensierino con la parola acquerùgiola. E basta!!!
Figlio:    Allora il coccodrillo e la lucertola non c'entrano?!?
Padre:    (Strillando) Nooo!
Figlio:    E non ti arrabbiare!... (Pensa un pò) Ecco. Ho trovato!
"L'acquerùgiola è la pioggia lenta".
Padre:    E' un pò bruttino come pensierino.
Figlio:    E allora dillo tu!
Padre:    E tu cosa impari?
Figlio:    E cosa imparano i miei compagni? Pure i loro genitori glieli dettano  sempre.
Padre:    Io invece non te li detto, perché non li devo pensare io!
Figlio:    Allora io scrivo: "L'acquerùgiola è la pioggia lenta".
Padre:    Ti piace?
Figlio:    Sì.
Padre:    E allora scrivilo!  (Il figlio scrive)
Figlio:    Papà, ora un pensierino con "ACQUAVITE".
Padre:    Con "ACQUA..." ché?
Figlio:    Sei sordo o lo fai apposta?... Con "ACQUAVITE". (Il padre si gratta la testa. Il figlio, con la penna in bocca, pensa.
All'improvviso...)  "E' caduta una vite nell'acqua". Esatto?
Padre:    Completamente sbagliato, figlio mio!
Figlio:    Allora scrivo: "E' caduta l'acqua sulla vite"?
Padre:    Ma no! L'<> e la <> non c'entrano proprio con
"ACQUAVITE"!... L’ "acquavite" è... è... è una bevanda
fortemente alcolica. E' un liquore!
Figlio:    Mamma mia! Allora cosa scrivo?
Padre:    Che ne so io?
Figlio:    (Gridando) Mamma, dimmi un pensierino con"acquavite".
Padre:    Lascia stare la mamma! (E gli dà uno schiaffetto sul collo) Spremi il tuo cervello! Non dobbiamo fare un dettato!
Figlio:    E che fa?
Padre:    Fa!...Fa!...
Figlio:    La maestra che ne sa che me l'ha dettato mamma?
Padre:    Non m'importa un fico secco se la maestra non se ne accorge... A me interessa che li faccia tu, perché sei tu che devi imparare.
Figlio:    (Mugugnando) Uuuh! Va bene! Allora... come hai detto? Cosa è l'acquavite?
Padre:    (Con molta pazienza) Una bevanda alcolica.
Figlio:    E a che serve?
Padre:    Ma a cosa può servire una bevanda alcolica?... A berla!
Figlio:    E chi la beve?
Padre:    Gli ubriaconi.
Figlio:    E tu la bevi?
Padre:    Io no! Non sono un ubriacone, fino a prova contraria!
Figlio:    Ecco. "Papà non beve mai l'acquavite". Va bene?
Padre:    Va bene! Così almeno nessuno può dire che tuo padre si ubriaca e poi picchia mamma e figli!... Abbiamo finito?
Figlio:    Non ancora!
Padre:    (Afferra il quaderno e legge) "FRANGIA"...Frangia... Frangia... Uh!
Figlio:    (Sicuro di sé) "Lo zio di Antonio lavora in Francia".
Padre:    Non va bene!
Figlio:    Perché, non lavora in Francia?
Padre:    Sì, lavora... ma in FranCia con la "ci" e non in FranGia con la
"gi"! E' chiaro?
Figlio:    No!
Padre:    FranCia, con la "ci", è la terra dove vivono i Francesi e dove lavora lo zio di Antonio. FranGia, con la "gi", invece è... è... Come devo farti capire?... E' l'insieme di quei fili... che si mettono all'orlo di una coperta,... di una sciarpa,... di un'asciugamani,di tante altre cose, per abbellimento. E' chiaro?
Figlio:    Chiarissimo, papà.... Allora scriviamo... Vediamo un po’… Ecco, ho trovato! “Papà ha una sciarpa verde con la. Ecco, ho trovato! ""Papà ha una sciarpa verde con   frangia, con la <>, lunga.”.
Padre:    Bravo! Proprio bravo!        
Figlio:    (Scrive. Poi legge) "ANDÓ". Questo pensierino lo farò da solo!!!... "A Luglio io <<andò>> al mare a Diamante".
Padre:    Non si può dire: "Io andò a mare". "Andò" si usa per la terza persona, mentre "io" si usa per la prima persona.
Figlio:    Papà,non capisco cosa dici!
Padre:    Conosci i pronomi?
Figlio:    E cosa sono?
Padre:    Sono... "io, tu, egli, noi, voi, essi" eccetera e si  usano con i verbi... Figlio:    Mai sentiti!
Padre:    Sai almeno cosa sono i verbi?
Figlio:    Boh!
Padre:    I verbi sono: "Io scrivo", "Noi Studiamo", "Tu  mangi"... il pane a tradimento!
Figlio:    Aaah! Le azioni!... Tu li chiami verbi. Come faccio a capire!
Padre:    I "verbi" e le "azioni" sono la stessa cosa!
Figlio:       Siiì?!?
Padre:        Sì!... Però non si può dire "Io andò al mare". Devi  scrivere: "Papà andò al mare".
Figlio:    Io l'avevo capito da tanto tempo che tu vuoi andare da solo al mare; che non mi vuoi portare con te!... Invece voglio scrivere che voglio andare IO al mare!
Padre:    Allora devi scrivere: "Io andai al mare", oppure "Io andrò al mare". Ma non va bene come pensierino, perché non c'è la parola "andò". (Burlandolo) Con "andò" tu non puoi proprio andare!... Possono andare solo "papà", "mamma", "la maestra", "una terza persona". TU PROPRIO NO!!!
Figlio:    (Finalmente ha trovato la scusa per non fare i pensierini! Rovescia tutto per terra e scappa urlando.) Lo sapevo, lo sapevo! Nessuno     mi vuole bene! Ih!Ih! Ih!
Padre:    (Raccoglie un quaderno e lo lancia appresso al figlio.) La prossima volta che devi fare i pensierini, stai lontano da me, brutto fetentone che non sei altro!!! (Rivolgendosi alla moglie) Ma vedi un po’ che figlio stiamo crescendo!...  Io poi non capisco proprio perché la maestra fa fare i pensierini  con quelle strane parolacce!... Solo per mettere in croce i genitori!... E poi domani non li correggerà neppure in classe!
Madre:    Ma tu non dici sempre che c'è LIBERTA' DI INSEGNAMENTO?
Padre:    Sì, è vero! C'è libertà d'insegnamento! Ma NON LIBERTA'… DI  INSEGNARE MALE!!!