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Tra i verdi prati sull’umida terra
delicatamente sto accarezzando
quest’erba che ha perso il suo sapore
e pensando ad Amore colgo un fiore
che più non ha il profumo di una volta;
poi guardo i campi e guardo il cielo immenso,
ma più non hanno lo stesso colore.  
Mi commuovo a così  grande squallore,
a tanto abbandono, e una lacrima
di pietà bagna l’incredulo viso.
Più non vedo il rigoglìo di un tempo,
non più quella freschezza di una volta,
ma campi incolti, tralci abbandonati
sulla terra e ricoperti di ruggine
pochi aratri dal vomere consumato.  
Con passi incerti e gravi
stanco s'avanza un vecchierello antico,
col suo bastone che fu del padre.
“Guarda!” – mi dice.
“Questo è il frutto del progresso!”
E piange amaramente.

(Baiano, 4 Giugno 1971)