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Nella bianca oscurità di sere di luna
ci amammo di intenso amore, Fannia,
in una stradetta solitaria e oscura
che ci offriva il buio del segreto
e un letto di erbe e di foglie.
Un’edera amica ospitava i lunghi abbracci
teneva occulti i profondi sospiri e le carezze
mentre succhiavo teneramente
i tuoi baci di ladra.
Una musica dolce penetrava nell’intimo
quando intrecciavi felice invisibili balli
inebriati al profumo di sogni edificanti.
Chiare sere di luna aspettavo
come per fatalità per le acrobazie d’amore
e i nostri corpi puntuali
innalzavano canti irripetibili e nuovi
sotto lo sguardo compiacente della natura
che sorvegliava felice
gli avventurosi incontri furtivi.
Per te, Fannia, piccola eroina,
affrontai le onde agitate di tempestosi mari
e alte vette invalicabili
e bianche di un bianco accecante
e la forza impetuosa di infernali venti
che infuriavano e travolgevano tutto
in una furia inesauribile.
Per te non berrò mai l’acqua di Lete!

(Avellino: 22 Gennaio 1976)