Quei colli più non vedo
coi canti del lavoro,
né quella chiesetta(1) lassù
che domina antica in mezzo agli ulivi:
un manto di gelida nebbia
ricopre – che strano! - la mia terra,
e copre le case e il campanile…
copre anche il mio cuore!
Vicino al torrente di putride acque,
seduto,
sento avanzare misteriosi e lenti
passi incerti alla mente;
mi spauro: non c’è nessuno!
Sono foglie dal colore di morte
che cadono lentamente
cullandosi nell’aria bianca.
Vedo rannicchiarsi gli alberi
al peso del freddo pungente,
e piangono nudi
con lacrime gialle e smorte,
come sfiniti da una forza
che li schiaccia misteriosa.
Muoiono i prati
al peso delle umide foglie,
agli strali pungenti della nebbia;
e gli insetti raggrinziti si rintanano,
mentre sento una fioca vocina
girarmi intorno,
che si lamenta in cerca di cibo.
Si nasconde in quella siepe
sotto un fascio di edera
il timoroso abbraccio di due ciclamini.
Come rosei fratellini la natura
ingegnosa
con grazia li ha impennellati
in quel verde sbiadito e morente.
Sull’esile gambetto han china la testa
in segno di umile attesa…
E aspettano il buio della notte,
tenendosi per mano,
per contare le stelle e mirar da vicino
la pallida luna non più sola.
Fedele amico,
Bobby saltella e abbaia,
vuol giocare: bau bau…
mentre lontano vaga la mia mente:
corre in cerca di te, Fannia,
volando a tentoni nelle sfocate immagini
della fitta nebbia…
e rivivo brividi di felicità!
(Baiano, 7 Novembre 1972)
(1) E’ la vecchia chiesa sulla collina di “Gesù e Maria”,
in stato di abbandono.)
Studiando nei campi un mattino di nebbia
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- Scritto da Montella Carmine
- Categoria: Poesie
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