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Avvinti ancora una volta,
sentirsi uniti
in questo buio
illuminato
dal nostro desiderio.
Come una ragazzina innamorata
mi accarezzi i capelli,
o mia Genai,
e componi riccioli
in un'ansia
che presto si acquieta
nelle mie braccia.
Mi racconti le tue cosucce,
i tuoi sogni e le speranze,
mentre io canto libero
inni alla tua bellezza
e appago i sensi
che ardono di piacere.
Bacio il tuo seno
e le tue mani in cerca di vita
tracciano solchi sul mio corpo.
Nel tuo grembo di sposa infelice
assetato di emozioni
scopro il calore di una donna
che vuole essere amata.

Quando ti mostri a me nuda,
tu mia Nausica,
tu Grazia perfetta,
tu musa dei miei sospiri,
ed il fiore del tuo ventre
nel trionfo d'amore
mi offri ricolmo di nettare,
tu immensa mi appari,
infinita fonte,
baia segreta dei miei affanni.
In un calice
tu, mia sacerdotessa,
tu, mia Lesbia,
raccogli gli umori
e i frutti
dell'ultimo amplesso
e in una eucaristìa
che si ripete con rito
religioso
tu, mia divina signora,
mi porgi i doni
della nostra ebbrezza.
Non serve allora hashìsh,
non serve marijuana,
non occorre tagliare eroina:
tu diventi la droga
che mi trasporta felice
in un'oasi di pace!

(Baiano: 6 Settembre 1979)