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Lettera aperta a Franco Ierardi, di Cicciano.

 

Caro   Franco,

il mio non vuole assolutamente essere un tentativo di critica arrogante,   bensì solo una discussione serena e leale con un giovane politicamente e ideologicamente diverso da me.  Lo scambio di idee, il confronto di opinioni  è  sempre un fatto positivo.

Ho riascoltato la registrazione del  tuo intervento alla  «Tavola Rotonda» organizzata negli studi di Radio Alternativa Cicciano, in occasione delle ultime elezioni politiche. Non potendo intervenire, quella sera, nella vivace discussione, perché  coprivo solo  il ruolo  di moderatore, ho  pensato alle colonne di questo giornale per far conoscere la mia  opinione per  meglio  mettere  a fuoco il problema. Mi sono soffermato a meditare  soprattutto sul giudizio critico da te espresso sull’ Amministrazione uscente. Qui di seguito ho trascritto stralci delle tue riflessioni, senza alterarne lo spirito. Cominciamo dalla prima.

«Il  nostro giudizio (sulla D.C.) è fortemente critico, innanzitutto per il modo come sono stati gestiti certi poteri... Diamo atto all'Amministrazione di   aver fatto le fogne, la rete di illuminazione pubblica, di avere un poco riscattato   questa Cicciano che molti anni fa veniva chiamata “la Venezia del  Sud”... Noi  diciamo, però, che gli amministratori uscenti non hanno fatto niente di più del  loro dovere ... Quello che ci differenzia dalla D.C. e forse dal P.R.I. è il ruolo che  noi riteniamo debba avere un comune nella politica organizzativa, nella politica di assetto territoriale, nella programmazione  economica e sociale... e in questo il nostro giudizio non può essere che nettamente critico  nei  confronti della  D.C.... che è andata a gestire certe scelte certamente non democratiche, certamente gestite dall’alto di una torre dove più volte si concedeva magari a qualche amico di  partecipare alla  giunta, ma quante scelte di cui si vanta la D.C. non sono state mai prese in consiglio... non si è avuto il coraggio di portarle in consiglio comunale. Per quante di queste scelte l’amministrazione non ha avuto il benché minimo dubbio di confrontarsi con le forze sociali, con i sindacati. Ed  è in questo che noi critichiamo la  D.C.... »

Nella tua critica, caro Franco, continui ad affermare cose alle quali non si  può fare a meno di rispondere, per confrontare posizioni diverse ed opposte.

«Non si è visto mai in nessun paese che alla scadenza del mandato elettorale, non so per quale ragione, in base a quale fretta, un giorno prima della scadenza del consiglio comunale si sono affrettati a presentare il piano regolatore, che   tecnicamente era ancora imperfetto ... Noi non siamo degli scienziati, ma un po’   di sale in zucca ce l’abbiamo  pure noi per valutare quelle  scelte che sono state fatte col piano regolatore ... ».

Queste tue affermazioni, caro Franco, possono diventare politicamente   «pericolose». La critica è facile, è stata sempre facile, ha fatto sempre numerosi  proseliti nei giovani, nei meno dotati, nelle persone abituate poco a riflettere,     abituate a valutare le parole solo nella loro veste esteriore, nel fascino dell'oratore.     Il  tuo intervento può far presa. La gente pensa che tu abbia ragione, ti vota, si  iscrive al tuo partito, perché condivide le idee espresse  con  tanta  maestria   retorica al punto da convincere.

Ma noi in confidenza possiamo bisbigliarci le nostre vere opinioni, perché  un po’ di sale in zucca ce l’abbiamo pure noi! Tu dici di sentirti diverso da un  democristiano per tutte quelle cose espresse prima. Io non voglio entrare nel  merito delle tue affermazioni  né giudicare il dr. R. Castoria. Non spetta a me.   Spetta ai Ciccianesi (che continuano a votarlo con larghi consensi!). Voglio prenderle anche per  buone. Ma se ti dico che le STESSISSIME accuse e gli  stessissimi giudizi critici che tu rivolgi all’Amministrazione D.C. di Cicciano, io li rivolgo all’Amministrazione comunista del mio paese, con la stessa veemenza,  con la stessa forza di convinzione, con le medesime  tue  affermazioni prese parola per parola alla lettera, come la mettiamo nome??? Per tutte le cose det­te nel tuo intervento, tu ti senti diverso da un democristiano. Per quelle stessissime accuse da te rivolte alla D.C.,  io mi sento diverso da un comunista, perché le stesse accuse rivolgo all'Amministra­zione comunista del mio paese, che certamente non sa ancora cosa sia la demo crazia, che certamente  non discute in consiglio  comunale le scelte più impor­tanti, che certamente non ha risolto ancora un sacco di problemi spiccioli, quali quelli dell'immondizia, dei cani randagi,  del  traffico, dei parcheggi, delle strut­ture sportive, delle strade, delle fogne, della casa comunale, dell’acqua che manca per tutto il periodo estivo al punto da rendere il paese uno dei più brutti di tutta la zona, quando prima era un gioiello invidiato dai comuni viciniori. Un’Amministrazione  comunale comunista dove il Sindaco  amministra (direi comanda!) da solo, chiuso nella sua torre, dove non entra neppure l’amico; che non osa mai confrontarsi lealmente con i cittadini e quando lo fa li prende in giro.  Ti lamenti poi per il piano regolatore?  Dici gridando che «non si è visto mai in nessun paese etc. etc ».

Si vede al mio paese, caro Franco, ad un tiro di schioppo!  Se tu sapessi quale peso politico abbia avuto al mio paese il piano regolatore, che poi è «regolatore» solo  sulla carta (credimi!), in quanto quasi tutte le nuove costruzioni per civili abitazioni  (e se ne possono contare a centi­naia) non solo sono abusive, ma nello stesso tempo nel loro abusivismo non sono state realizzate nel rispetto delle più elementari norme di un comune regolamento edilizio (distanza dalle strade, dai fabbricati vicini; volumetria; altezza; etc). Se tu sapessi le protezioni ed i favoritismi concessi, se tu sapessi  quanti ricatti han­no subito i cittadini condannati a  passare molte notti insonni a grattarsi la testa per le infinite preoccupazioni, per la perdita   della pace quotidiana, se tu credessi a quanto io abbia detto, avresti più il coraggio di invitare la gente (ma soprattutto i giovani, facile preda di buoni oratori!) ad iscriversi e a votare per il tuo partito, solo per le accuse che tu rivolgi all’amministrazione comunale di Cicciano? Non pensi che sia giusto portare altre argomentazioni più valide e concrete per convincere gli elettori? Se tu hai fatto una scelta politica e ti sei iscritto al tuo partito perché a Cicciano gli  amministratori sono come li hai descritti tu ed hai pensato che gli amministratori comunisti  di altri paesi siano  più  capaci, più  vicini al popolo, più  democratici,  più giusti, non credi di  essere stato un po’ superficiale e poco attento nell’osservare la realtà circostante?

Caro Franco, e mi avvio alla conclusione, noi siamo giovani. Lasciamo che  ipocriti siano gli altri. A noi spetta il futuro. Il bene della futura società nella quale vivremo noi ed i nostri figli dipende mol­to dalle nostre capacità. E a noi, allora, spetta il compito di studiare  i mali di questa società e di trovarne i rimedi, pur restando ognuno fedele alla propria ideologia politica. E’ nostro dovere invitare i giovani a fare scelte politiche non per mettere insieme voti, partendo dalle accuse facili e semplici agli avversari politici  (cosa da  piazza! ), ma  per  seguire con convinzione la via tracciata dai singoli partiti, dal proprio partito. Il coraggio delle proprie azioni, la lealtà, l’analisi seria e obiettiva dei problemi, la critica ma soprattutto l'autocritica, l’accettazione dei  propri errori, l'impegno professionale, la  partecipazione attiva e fattiva con la convinzione che collaborando tutti insieme si possono risolvere i problemi che assillano la nostra società: queste sono le cose che noi giovani, futuri amministratori del domani, dobbiamo propagandare per rendere un servizio utile a noi e agli altri, partendo da posizioni diverse messe a confronto.

Ti  saluto con affetto e stima. Ciao.

CARMINE MONTELLA

 

(“Obiettivo 80”, anno 1, numero 1, Cicciano: giugno 1980)