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Amici diVersi in ambiente diVino – Incontro con l’autore Massimo Balsamo.

Atripalda, 9 Aprile 2015

 

L’ Enoteca “Tre bicchieri” è divenuto luogo di raduno de “Gli amici diVersi di Lucia Gaeta”, amici poeti e scrittori itineranti che portano in giro versi e prosa per il piacere di emozionare la gente,  da attori  e per emozionare se stessi da spettatori e degustatori  delle produzioni artistiche degli amici coinvolti  nel comune progetto.

Come da programma, l’incontro con Massimo Balsamo,  che si presenta attraverso i suoi libri “Il Fantasma col passamontagna” con sottotitolo: “Metamorfosi di un uomo” e in anteprima il suo recentissimo “Sasha il cane alligatore”, entrambi per le edizioni del Centro Culturale Studi Storici  “Il Saggio” di Eboli (Sa).

E’ il secondo appuntamento di questo progetto culturale, ma già noto un arricchimento rispetto al primo incontro di quindici giorni prima. Oltre ai soliti amici ci sono quelli nuovi, accorsi da varie località, un po’ per l’autore, un po’ per la bontà dell’aglianico.

Lello Marino e Lucia Gaeta presentano l’autore e mi accorgo immediatamente che  mi trovo coinvolto in un evento unico, eccezionale, di quelli che lasciano il segno, di quelli per i quali – quando torni a casa – dirai: “Meno male che c’ero!”.

E meno male che c’ero!

Massimo Balsamo, un nome sconosciuto, che non mi diceva assolutamente niente, prima di questo incontro.

Ora invece quel nome mi coinvolge,  mi fa sentire orgoglioso di esserci stato, di averlo ascoltato, di avere la sua dedica autografa su entrambi i suoi libri da me acquistati.

Massimo Balsamo, di Napoli, anzi di Forcella,  però  nell’Istituto a custodia attenuata di Eboli  (Sa),   un gioiello del sistema penitenziario italiano, magistralmente diretto, si confessa e ci racconta la sua storia di “ladro” con una sincerità coinvolgente; gli anni passati dietro le sbarre per pagare il suo conto con la giustizia,  che non è ancora terminato. Lo aspettano altri tre anni di calvario, che per sua scelta e determinazione, lui ha saputo trasformare in tre anni di ulteriore crescita.

“Tante volte si è prigionieri nel mondo libero! Io sono un uomo libero, pur essendo prigioniero!” Un pensiero che t’inchioda, non letto sulle pagine dei libri, ma esternato da uno che ha passato quasi metà della sua esistenza rinchiuso nelle celle di molti carceri italiani. Un uomo che ha capito gli errori commessi, per i quali ha pagato e sta consapevolmente continuando a pagare,  è riuscito a comprendere quali erano le “ragioni” che lo hanno spinto a sbagliare in passato e quali sono le “ragioni ”, quelle che lo hanno trasformato in un uomo diverso, un uomo proiettato già verso la libertà materiale.

“…Nella vita si deve saper perdere ed io, perdendo la mia libertà, ho ritrovato una vita che in parte mi riconsegna un’identità che non ho mai avuto”, scrive nel suo libro. Ecco qual è la metamorfosi dell’ uomo. Che dovrà essere di esempio a tanti giovani che hanno scelto di delinquere o che corrono il rischio di delinquere. Nel carcere gli mancano i beni più preziosi:  l’adorata moglie,  le figlie, il nipotino. Il nipotino! Già, egli è nonno, pur essendo molto giovane! Ha bruciato tutte le tappe.

“… Tutto ciò che facevo era per mia figlia Paola”, scrive sempre  Massimo, “per darle un futuro e invece non ho fatto altro che derubarla del padre!”

Mamma mia, quanta consapevolezza del proprio destino, dei propri errori.

Ma quanta voglia di riscatto, di recuperare il tempo perduto, di consolidare l’amore della famiglia, che non è mai venuto meno.

“Non ho paura  di ciò che sarà il futuro. Sono convinto che un posto in questo mondo così strano, così veloce per me esista ancora. In me c’è una forte voglia di vita, di misurarmi con cose del mondo che non conoscevo.”

Parole che ci coinvolgono, che ci spingono a volergli bene, pur consapevoli che fino a pochi minuti prima, nessuno di noi  sapeva neppure della sua esistenza.

Non ho mai visto tanto coinvolgimento, tanto silenzio, tanti occhi spalancati e bocche aperte alla presentazione di un autore. E non ho mai benedetto i soldi spesi per l’acquisto di due libri così come ho fatto giovedì!

“Una sola cosa mi chiedo” scrive Flavia Falcone: “Ma lo Stato, che ha investito con successo, tantissimo, in termini economici, di risorse umane, di intelligenze per il recupero di questa persona, non poteva fargli conoscere Shakespeare trenta anni fa in quei quartieri polverosi, nei meandri dei vicoli dove si viveva tra imbrogli e affari per tirar su un’altra giornata per far campare per un altro giorno un’altra famiglia? Se lo Stato si fosse occupato lì (n.d.r. nel ventre di Napoli, nella Sanità, a Forcella) ed allora del piccolo Massimo, quanti dolori sarebbero stati risparmiati a questa persona, ai suoi cari, alla società!”

A questo punto voglio solo augurarmi che la società sarà in grado di accogliere nelle sue braccia questo giovane che da ladro è diventato un uomo di cultura, pronto ad affrontare con un nuovo volto, il suo vero volto, senza il passamontagna, la nuova vita per la quale si è attrezzato fortemente.

Naturalmente un plauso va a tutti coloro che hanno creduto nel nuovo progetto di vita di Massimo, che dall’alto della sua quinta elementare è autore di testi teatrali e dispensatore di cultura, di idee, di pensieri, di riflessioni, frutto di studio e di infinite letture, fatte per essere più forte della noia che ti attanaglia nello spazio ristretto che lo Stato ti ha concesso, se non hai dentro qualità morali e intellettuali e forza d’animo superiori rispetto a chi ti circonda e per non essere stritolato dalla quotidianità terribile del carcere.

“Massimo, grazie per averti conosciuto! Grazie per i tuoi due libri! Auguri per il tuo futuro!”