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Amici diVersi in ambiente diVino – Incontro con l’autore Stefania Russo.

Atripalda, 7 Maggio 2015

 

L’Enoteca “Tre bicchieri” di Antonio Casale, luogo di raduno degli artisti coinvolti nel gruppo “Gli amici diVersi in ambiente diVino”, il 7 Maggio ha ospitato la poetessa Stefania Russo per la sua performance poetica.

L’organizzatrice Lucia Gaeta per questo evento ha condito la poesia ed il vino con la voce robusta e coinvolgente di Patrizia Gison, da Napoli, con la sua inseparabile chitarra. Poesia e musica: connubio perfetto e manifestazione forte dell’animo umano.

“Omaggio all’amicizia – afferma Lucia - che si è rafforzata negli ultimi tempi, come frutto di una simbiosi tra due anime particolarmente sensibili, nato e maturato intorno alla poesia.”

Stefania Russo, nativa di Baiano e residente col marito ad Avellino, presenta la sua prima raccolta di versi dal titolo molto originale “Sotto la torre che fu degli avi scrivo parole audaci”, pubblicata dalla “Delta 3” Edizioni di Grottaminarda (Av).

Versi pieni d’amore, di un amore interpretato a 360°, descritto con una grazia ed una linearità che arriva in modo immediato al cuore del lettore, sottolinea Marciano Casale con il suo solito acume intellettuale. Leggendole è come aprire un cassetto pieno di conchiglie raccolte sulla spiaggia e che hanno conservato il rumore del mare. “Fuggo!/Perché/ il confine/ del mio destino/ mai incontrerei.” E’ la certezza del mondo che sta intorno, un sogno da raggiungere e da realizzare.

Stefania si confessa. La raccolta nasce per puro caso, quando lei (donna introversa e chiusa, uccello in gabbia) incontra l’editore che legge i suoi versi e la convince a pubblicarli, al fine di condividere con gli altri le sue emozioni, le sue parole, le sue storie, che lei comunica senza troppi fronzoli e con una sincerità palese. Rinasce così a nuova vita, rivede spuntare l’alba con la sua luce dove prima c’era tanto buio e da quel momento comincia a scrivere ovunque  e a descrivere tutto ciò su cui si posano i suoi occhi e la sua anima. “Basta guardare un albero, un fiume, la natura, come fonte primaria di ispirazione!” E “seduta ai piedi della torre”, la torre di Summonte, di proprietà della famiglia del marito, comincia a scrivere “parole audaci/ di cui mai/ avrei osato.” E lì in mezzo ai campi “Carpe diem,/ cogli l’attimo/ di ogni evento… Negli occhi/ il campo di papaveri rossi.” “La torre racconta/ di storie,/ leggende di amori segreti,/ di amori fugaci.”

E mentre tanta gente si nutre di presunzione, ha una esagerata opinione dei propri meriti, in barba a coloro che reputano poesia un po’ di prosa con tanti  daccapo per simulare versi, Stefania umilmente e quasi con un filo di voce si chiede: “Io un poeta? Non ci credo!” Ecco il suo messaggio “Tra la musica/ e una canzone/ nascono i miei scritti./ Non poesie/ ma semplici parole/ che han l’ardire/ di toccare il cuore./ Io un  poeta?/ Non ci credo!/ Uno qualunque/ anonimo tra la folla …. Non bramo successo/ né allori,/…/ Non ho scienza/ né sapere,/ ma le mie parole/ son vere/ son sincere/ cristalline,/ come l’acqua/ di un torrente/ a primavera/ …/Io sono il pubblico di me stessa.”

Le sue poesie, fatte di poche parole che entrano in modo soft nell’animo umano, sanno emozionare e trasferire sentimenti, afferma Maria Ronca, e coinvolgono il lettore il quale, attraverso i suoi versi, ripensa ai propri percorsi  e si tuffa in un mare di sensazioni condivise.

L’amicizia tra lei e Lucia ha cambiato il corso della sua vita. Ha trovato finalmente  il suo confidente, il lettore primo dei suoi versi, l’amica saggia che sa dispensare consigli. Da crisalide qual era è diventata farfalla. Una farfalla che vola di fiore in fiore con le sue ali di seta. Ora si è aperta, ha nuovi orizzonti davanti, sente di essere tornata giovane  e libera, nessuno oserà più tagliarle le ali, ora scrive sì parole audaci senza nessun freno!

Ed insieme organizzano la prima edizione del “Premio San Valentino”, curando una raccolta delle più belle poesie  d’amore “Due cuori e una capanna… sul Sabato”, uno scrigno (come lo definisce Stefania nella presentazione) che racchiude in ogni verso, in ogni rima, la semplicità e la bellezza profonda che ogni poeta ha elargito con grande gioia.

A questo punto si anima e si intreccia con gli ospiti, anche con i nuovi Gianna Capozzi e la prof. Cucciniello, una conversazione con l’autrice, interrotta e arricchita sempre al punto giusto dai versi della musica classica napoletana che si sposano perfettamente con la voce calda di Patrizia che entra ed esce dalla scena con molta garbatezza ed esperienza di palcoscenico. Non mancano canti in lingua francese e inglese a testimonienza della sua sapienza e delle sue potenzialità canore.

E tra un bicchiere e l’altro di buon vino leggono poesie di Stefania come contributo dei presenti alla sua performance artistica Adelina Caliano, Lello Marino, Carmine Montella, Lucia Gaeta, Marciano Casale, Maria Ronca, la stessa Patrizia Gison

Prima dei saluti, della consegna ormai rituale di un’artistica pergamena, omaggio di Lucia Gaeta, dei ringraziamenti ai due brillantissimi fotografi Bruno Gaeta e Sabino Battista, e della foto ricordo di gruppo davanti all'Enoteca, Stefania e Carmine Montella (sotto l’effetto di un doppio Müller-Thurgau) leggono una poesia scritta “a 4 mani” utilizzando le potenzialità di facebook, mentre la notte di capodanno un soffice manto di neve copriva i loro giardini.