Sulla spiaggia affollata di bagnanti, tra il muro del lungomare e l'ultima fila di ombrelloni multicolori, alcuni ragazzi stavano costruendo un castello con sassi e sabbia.
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Luciano scavava con una paletta rossa a punta un profondo fossato tutt'intorno.
<<Gambadilegna, vai a riempire questi due secchielli!>>
ordinò Carmelo.
<<Margherita, vuoi andare tu?...Per piacere!>> la pregò il ragazzo. <>
Gambadilegna era il soprannome di Tonino, zoppo fin dalla nascita a causa di una malformazione all'arto destro.
<> intervenne Marcello. <>
Scoppiò una risata generale e qualcuno cominciò a beffeggiarlo.
<> fece Mauro, mimando un cavallone.
<<Attento!>> gridò Giuliana. <>
<<No, no: è un pescecane!>> le fece eco Luciano.
Tonino abbassò la testa mortificato e lentamente si allontanò, senza mai girarsi. Non capiva il comportamento dei suoi amici che non perdevano occasione per ridere di lui.
<> pensava. <>
Mentre questi pensieri gli tormentavano la mente, sentì dei passi avvicinarsi sempre più. Si girò e... cominciò a correre.
<<Prendiamolo! Prendiamolo!>>
Erano gli amici di prima.
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Tonino continuò a correre per sfuggire ai suoi cacciatori, desiderosi di vederlo annaspare nelle onde.
Per la prima volta ebbe paura!
<> gridava. <<Vigliacchi!>>
Ma ormai le belve erano assetate di sangue e non avrebbero concesso alla facile preda nessuna possibilità di scappare.
<> li supplicava Tonino, piangendo.
Inutili furono le sue preghiere.
Stremato, si fermò con le mani sulle ginocchia, oppresso dall'affanno, e fu subito circondato dai ruggiti degli inseguitori.
Carmelo fu il primo ad afferrarlo, prendendolo nella vita.
<<Preso!>> esclamò con il fiero cipiglio del guerriero che ha catturato il nemico. Marcello e Luciano gli stringevano le gambe, mentre Margherita e Mauro gli tenevano le braccia. Agnese e Giuliana, che erano più piccoline, correvano tutt'intorno starnazzando come due oche sull'aia assolata.
Tonino, disperato, si divincolava con tutte le forze, ma la sua resistenza non dava nessun risultato utile.
<> gridò Carmelo.
<> ripeteva Agnese.
Margherita e Mauro, allora, lo lasciarono cadere pesantemente sulla sabbia. Giunti a riva, Carmelo gli afferrò le braccia e cominciarono a farlo dondolare per scaraventarlo in mare.
<<Nooo!>> li scongiurava Tonino. <>
Piangeva terrorizzato, mentre gli amici gioivano, sordi alle sue implorazioni e decisi a portare a termine la loro impresa.
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Lanciarono in acqua il povero Tonino.
<<Pa-pe-ro-tto!… Pa-pe-ro-tto!>> ripeteva Agnese, saltando a piedi uniti sulla sabbia, mentre il ragazzo si dibatteva tra le onde in modo scomposto.
Luciano e Margherita gli lanciavano acqua sul viso con le palme delle mani. Carmelo, Giuliana, Mauro e Marcello, con le gambe sommerse fino alle ginocchia, gli giravano intorno urlando come fanno nei film gli apaches a cavallo, quando circondano una carovana di bianchi.
Tonino vomitava l’acqua salata ingoiata e tossiva tanto che sembrava schiantarsi il petto, tra un coro di risate.
<> gridò cinicamente Carmelo e gli diede un’altra spinta con forza.
Tonino ricadde sott’acqua e bevve ancora una volta abbondantemente. Riemerse invocando aiuto, ma fu spinto prima da Marcello, poi da Margherita. Era inutile ogni tentativo di rialzarsi. Ormai era in balìa di quei diavoli scatenati!
Romeo, il bagnino, aveva seguito dalla sua sdraia tutta la vicenda quasi compiaciuto. Quando, però, capì che il gioco diventava pericoloso, corse in soccorso del poveretto.
<<Mascalzoni!>> gridò a quei ragazzacci. <<E’ questo il modo di giocare?…Così lo fate affogare!!!>> e li mise in fuga a suon di scapaccioni.
Tonino barcollava e continuava a tossire e a vomitare acqua.
<> gli disse l’uomo con voce rassicurante. <<Lì starai al sicuro!>>
Il ragazzo si aggrappò al suo braccio:
<<Grazie, Romeo. Sei arrivato proprio in tempo!… Me la pagheranno!… Me la pagheranno!>> ripeteva con rabbia. E giurò di vendicarsi!
* * *
Tonino andò a sedersi su uno scoglio. All'orizzonte il sole già toccava il mare. C'era una pace immensa ed un silenzio profondo, rotto solo dal sommesso mormorio delle onde. Guardava con ammirazione un uomo che nuotava lentamente nel riflesso arancione del tramonto.
<<Sarà molto bello nuotare!>> pensava, mentre la brezza di mare gli carezzava il viso e gli spettinava i capelli castani.
<> diceva tra sé e sé. <>
<<Provaci, Gambadilegna!>> sentì invitarsi da una voce sconosciuta. Si girò. Non c'era nessuno!
<<Tuffati!... E' così semplice!>> ripeté la voce di prima.
Per la seconda volta il ragazzo si guardò intorno senza scorgere anima viva.
<<Mah! Forse avrò sognato!>>
No. Non aveva sognato. Con un gran balzo, infatti, un delfino si avvicinò agli scogli.
<<Tuffati!>>disse. <>
Tonino impallidì alla vista di quel cetaceo parlante e, istintivamente, retrocesse di qualche passo.
<> lo rassicurò il pesce.
<> gli chiese con voce tremula, sbalordito da quella miracolosa apparizione.
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<> balbettò Tonino con grande stupore. <>
<<E' un segreto che non posso svelarti!>> gli confidò il delfino. <>
<<Quale?>> chiese incuriosito.
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<<L'ho letto nei tuoi pensieri!>>
Il cetaceo girò su se stesso alcune volte e poi si immerse, certo di aver conquistato la fiducia del ragazzo che lentamente si era riavvicinato. Dopo un po' ricomparve ed esibì una serie di tuffi del suo ricco repertorio.
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<> chiese Tonino con tono amichevole.
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<> lo invitò con maggiore insistenza il delfino. <>
Tonino, come preso da una magica tentazione, scivolò in acqua e si trovò a cavallo del mammifero. Partirono veloci, seguendo il riflesso del sole. Il ragazzo annodava con molta forza le gambe sotto il corpo affusolato del delfino e si teneva stretto alla pinna dorsale che usava come timone.
La paura iniziale si trasformò subito in piacere e la smorfia del viso si tramutò in un ampio sorriso. Avevano percorso poco più di tre miglia quando il pesce lo avvertì del cambiamento di rotta:
<<Attento, ora si va giù!>> e si inabissò, facendogli esplorare un mondo incantevole ed incontaminato.
Dopo un lungo viaggio nelle profondità del mare, i due tornarono in superficie. Il delfino fece scivolare in acqua il ragazzo, sottraendosi alla sua presa. Tonino cominciò a nuotare in modo così naturale come se l'avesse sempre fatto. Senza alcuna difficoltà rimaneva a galla, si immergeva, giocava nell'acqua, si distendeva per nuotare a dorso, rincorreva l'amico superandolo continuamente e facendosi superare in una interminabile gara di abilità.
Ormai scendeva la sera e solo la luna piena rischiarava il buio diffuso, nel quale cielo e mare si confondevano in un unico colore.
<> disse Pinna Veloce.
<> lo supplicò Tonino.
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<> gli confessò singhiozzando. <>
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<<Perché mi hai mostrato le meraviglie del mare?>> chiese Tonino.
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<<Perché sei buono di animo. E il re del mare sa che può contare su di te, in caso di bisogno!>>
Il delfino girò varie volte intorno all'amico e si immerse. Riemerse dopo un poco con un gran balzo, salutò il ragazzo vibrando varie volte la coda e si tuffò scomparendo nel buio.
Tonino, ancora incredulo, tornò lentamente a riva, con le lacrime che gli scendevano copiose sul viso.
<> diceva fra sé e sé. <>
Per alcuni giorni Tonino non andò sulla spiaggia. Passava le sue giornate sugli scogli, guardando il mare con la speranza di rivedere Pinna Veloce. Lanciava sassolini nell'acqua e contava i cerchi che si allargavano fino a scomparire, spesso rotti dalla risacca provocata dai fuoribordi dei villeggianti.
Intanto progettava un piano per vendicarsi dei suoi amici.
* * *
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Addio pace! Era la voce stridula di Luciano che si avvicinava a bordo di un "pedalò" con la solita banda di amici. Si levò un coro di risate!
Tonino continuò a lanciare sassolini nel mare, fingendo la massima indifferenza.
<> indicò Carmelo con aria trionfale.
<<Fi-fo-ne!... Fi-fo-ne!... Fi-fo-ne!>>
E giù altre risate! Si tornava bruscamente nel triste quotidiano!
Tonino voleva girare le spalle e andarsene, ma preferì rimanere lì per dimostrare che i loro sberleffi non lo scalfivano affatto.
<<Cucù!... Cucù!>> continuavano a fare Agnese e Giuliana, in precario equilibrio sul palchetto di poppa.
<> ordinò Mauro dallo scafo sinistro, per mettere in atto un'idea che gli frullava per la testa. <<Farò come Pecos Bill, quando cattura i bisonti nella prateria!>>
<<Sì,sì! Ah! Ah! Ah!>>
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<<Forza! Tiralo in acqua!>>
Mauro, eccitato dal consenso ricevuto, fece un nodo scorsoio alla corda e cominciò a farla roteare. Una volta... due volte... tre volte... Al quarto giro colpì sul viso Agnese che cadde a peso morto all'indietro, trascinandosi in mare anche Giuliana.
Le due non riuscivano a tenersi a galla e cominciarono a bere acqua e a strillare. I ragazzi, indecisi sul da farsi, per un attimo si guardarono atterriti, mentre Luciano, il più lesto a prestar soccorso, tentava di afferrare Agnese allungando entrambe le braccia, disteso sulla prora. Marcello, l'unico che sapeva nuotare, si tuffò e raggiunse le bambine, le quali disperatamente gli si avvinghiarono intorno, vanificando ogni suo tentativo di portarle in salvo sul pedalò.
Ogni volta che riemergevano, Agnese e Giuliana invocavano aiuto con suoni indecifrabili. Margherita singhiozzava rumorosamente sul sediolino sinistro con la testa tra le mani, trepidando per la sorte delle sorelline. Gli altri si agitavano confusamente, non sapendo cosa fare oltre a piagnucolare.
<<Aiuto!... Aiuto!>> gridò Marcello, sfinito e sopraffatto dalla fatica.
Tonino guardava imperterrito il succedersi degli eventi, indeciso se e quando intervenire. Per un attimo forte fu la determinazione di rimanere spettatore indifferente. Ma, quando capì che non avrebbe sortito esito positivo nemmeno l'intervento di Luciano e di Carmelo, si tuffò.
<> gli aveva detto Pinna Veloce.
Nuotando con straordinaria abilità, come gli aveva insegnato il delfino, afferrò Agnese con la mano sinistra e Giuliana con la destra, portandole in salvo sul pedalò con l'aiuto di Margherita che non prontezza le tirò su. Poi aiutò Marcello che si dibatteva pericolosamente con movimenti scomposti; infine soccorse Luciano e Carmelo che si erano dimostrati più abili con la bocca che non con le braccia.
Quando tutti erano in salvo, con ampie bracciate arrivò agli scogli e vi salì sopra. Si girò e li guardò senza mostrare nessun segno di spavalderia. Gli amici, sbalorditi da quel prodigioso intervento di Gambadilegna, lo fissarono a lungo, senza battere ciglio, impietriti, increduli, umiliati. Sì, umiliati proprio dal fifone che avevano sempre sbeffeggiato!
Rimasero a lungo in silenzio, con gli occhi abbassati. Quale mago aveva reso possibile quella trasformazione?
<<Grazie, Tonino!>> disse per tutti Margherita, con un fil di voce.
Il ragazzo scrollò le spalle. Luciano e Carmelo cominciarono a pedalare e si allontanarono senza più voltarsi indietro.
Tonino, immobile, li seguiva con lo sguardo, sorridente e soddisfatto di aver consumato la sua vendetta così: salvando la vita a chi tante volte lo aveva mortificato!
Si tuffò in mare, mentre in lontananza Pinna Veloce lo salutava agitando la coda.