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Addio pace! Era la voce stridula di Luciano che si avvicinava a bordo di un "pedalò" con la solita banda di amici. Si levò un coro di risate!
Tonino continuò a lanciare sassolini nel mare, fingendo la massima indifferenza.
<> indicò Carmelo con aria trionfale.
<<Fi-fo-ne!... Fi-fo-ne!... Fi-fo-ne!>>
E giù altre risate! Si tornava bruscamente nel triste quotidiano!
Tonino voleva girare le spalle e andarsene, ma preferì rimanere lì per dimostrare che i loro sberleffi non lo scalfivano affatto.
<<Cucù!... Cucù!>> continuavano a fare Agnese e Giuliana, in precario equilibrio sul palchetto di poppa.
<> ordinò Mauro dallo scafo sinistro, per mettere in atto un'idea che gli frullava per la testa. <<Farò come Pecos Bill, quando cattura i bisonti nella prateria!>>
<<Sì,sì! Ah! Ah! Ah!>>
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<<Forza! Tiralo in acqua!>>
Mauro, eccitato dal consenso ricevuto, fece un nodo scorsoio alla corda e cominciò a farla roteare. Una volta... due volte... tre volte... Al quarto giro colpì sul viso Agnese che cadde a peso morto all'indietro, trascinandosi in mare anche Giuliana.
Le due non riuscivano a tenersi a galla e cominciarono a bere acqua e a strillare. I ragazzi, indecisi sul da farsi, per un attimo si guardarono atterriti, mentre Luciano, il più lesto a prestar soccorso, tentava di afferrare Agnese allungando entrambe le braccia, disteso sulla prora. Marcello, l'unico che sapeva nuotare, si tuffò e raggiunse le bambine, le quali disperatamente gli si avvinghiarono intorno, vanificando ogni suo tentativo di portarle in salvo sul pedalò.
Ogni volta che riemergevano, Agnese e Giuliana invocavano aiuto con suoni indecifrabili. Margherita singhiozzava rumorosamente sul sediolino sinistro con la testa tra le mani, trepidando per la sorte delle sorelline. Gli altri si agitavano confusamente, non sapendo cosa fare oltre a piagnucolare.
<<Aiuto!... Aiuto!>> gridò Marcello, sfinito e sopraffatto dalla fatica.
Tonino guardava imperterrito il succedersi degli eventi, indeciso se e quando intervenire. Per un attimo forte fu la determinazione di rimanere spettatore indifferente. Ma, quando capì che non avrebbe sortito esito positivo nemmeno l'intervento di Luciano e di Carmelo, si tuffò.
<> gli aveva detto Pinna Veloce.
Nuotando con straordinaria abilità, come gli aveva insegnato il delfino, afferrò Agnese con la mano sinistra e Giuliana con la destra, portandole in salvo sul pedalò con l'aiuto di Margherita che non prontezza le tirò su. Poi aiutò Marcello che si dibatteva pericolosamente con movimenti scomposti; infine soccorse Luciano e Carmelo che si erano dimostrati più abili con la bocca che non con le braccia.
Quando tutti erano in salvo, con ampie bracciate arrivò agli scogli e vi salì sopra. Si girò e li guardò senza mostrare nessun segno di spavalderia. Gli amici, sbalorditi da quel prodigioso intervento di Gambadilegna, lo fissarono a lungo, senza battere ciglio, impietriti, increduli, umiliati. Sì, umiliati proprio dal fifone che avevano sempre sbeffeggiato!
Rimasero a lungo in silenzio, con gli occhi abbassati. Quale mago aveva reso possibile quella trasformazione?
<<Grazie, Tonino!>> disse per tutti Margherita, con un fil di voce.
Il ragazzo scrollò le spalle. Luciano e Carmelo cominciarono a pedalare e si allontanarono senza più voltarsi indietro.
Tonino, immobile, li seguiva con lo sguardo, sorridente e soddisfatto di aver consumato la sua vendetta così: salvando la vita a chi tante volte lo aveva mortificato!
Si tuffò in mare, mentre in lontananza Pinna Veloce lo salutava agitando la coda.
La vendetta - Pagina 6
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- Scritto da Montella Carmine
- Categoria: Opere
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